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Intervista a Valeria Sansone, Direttore Clinico del Centro Clinico NeMO di Milano e Professore Associato di Neurologia presso l’Università degli Studi di Milano

Ogni anno in Italia possono nascere 60/70 bambini malati di atrofia muscolare spinale (SMA), di cui circa il 50% con la forma grave. Ci sono ormai ampi dati di letteratura che dimostrano che prima si riconosce la malattia, meglio è per i piccolini, che possono avere un deciso miglioramento della componente motoria. La diagnosi precoce e presintomatica assume un’importanza fondamentale per gli esiti terapeutici: per questo motivo, in Lazio e Toscana sta partendo un programma pilota di screening neonatale per la SMA.

“Sono state scelte queste Regioni per il maggior numero di punto nascita ma da questi risultati ritengo che presto si diffonderà in tutta Italia”, precisa Valeria Sansone, Direttore Clinico del Centro Clinico NeMO di Milano e Professore Associato di Neurologia presso l’Università degli Studi di Milano, in occasione della presentazione del libro “Lupo racconta la SMA”. “La diagnosi precoce può anche avere un impatto sull’esito delle terapie, perché può dare la possibilità, a carico dei genitori, di intraprendere una cura già approvata in Italia per la SMA di tutte le forme. Ci sono poi altre terapie, approvate in mercati internazionali, che riteniamo arriveranno presto anche in Italia”.

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