Il Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Cevas (Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria) hanno recentemente redatto le Linee Guida sulla Gravidanza Fisiologica in collaborazione con Associazione medici diabetologi (Amd) e Società italiana di diabetologia (Sid). Le linee guida sono state redatte secondo criteri di efficacia, multidisciplinarietà, documentata ricerca sistematica delle prove, definizione del livello delle prove e disponibilità di indicatori di monitoraggio. Il modello adottato è quello delle Antenal care guidelines aggiornate ed adattate al contesto italiano.
Il documento prendere in considerazione la gravidanza nella sua totalità, analizzandone i principali aspetti a tutto tondo. Il Ministero fornisce quindi informazioni ed indicazioni sui test di screening, sulla diagnosi genetica prenatale, sul percorso diagnostico per la sindrome di Down ma anche informazioni sull’alimentazione, su fumo e alcol e sull’allattamento al seno.
Si parla anche di frequenza e modalità delle visite e degli esami ai quali sottoporsi regolarmente, della vita sessuale e dei viaggi in aereo, delle nausee, delle vene varicose e della nascita pretermine. In sostanza un vademecum completo e chiaro della gravidanza, dal concepimento al parto.
Novità assoluta delle Linee guida le raccomandazioni sullo screening sul diabete gestazionale.
Lo screening selettivo sarà effettuato solo sulle gestanti che presentino precisi fattori di rischio, ma alla prima vista gestazionale sarà offerta a tutte le donne la determinazione della glicemia plasmatica per la diagnosi del diabete manifesto.
Il documento ha dedicato particolare attenzione al delicato problema circa decisione di eseguire o meno i test di diagnosi genetica prenatale. Le donne in gravidanza percepiscono quasi sempre la possibilità diagnostica come una scelta teoricamente autonoma, ma spesso condizionata dai professionisti della salute. Minimizzando i rischi dei test, o enfatizzando la gravità dei danni derivanti dalla mancata esecuzione degli stessi, i medici condizionano molto spesso le decisioni delle neomamme. Per questo il documento propone un diverso modello di shared decision making, che possa derivare sempre da un colloquio informativo con un medico esperto che possa accompagnare nella scelta proponendo sempre criticità e alternative.
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