Ha preso il via il programma quadriennale di ricerca formulato dall’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano che ha come obiettivo una migliore pianificazione delle strategie e la messa a punto di quattro innovative linee di ricerca: prevenzione primaria, secondaria e diagnosi precoce (la prima), medicina di precisione e innovazione tecnologica farmacologica e non (la seconda), complessità e tumori rari (la terza), Ricerca sanitaria e “outcome research” (la quarta). Si tratta di un cambio di rotta importante, approvato a livello istituzionale dal Ministero della Salute.

“Rappresentano le nuove priorità dell’INT su cui fondare la ricerca”, sottolinea Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’INT. “Le nuove linee diventano soprattutto uno strumento di programmazione con un responsabile di riferimento con il compito di definire un programma di azione, e i fondi vengono allocati a ogni singola ricerca”.

Quest’anno l’INT compie 90 anni e il nuovo programma di ricerca sottolinea ancora una volta il ruolo cruciale che dal 1928 caratterizza il nostro Istituto, da sempre in prima linea per garantire al paziente la cura migliore”, interviene Enzo Lucchini, Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “La Giornata della Ricerca rappresenta un importante momento di riflessione nel nostro Istituto e di confronto tra ciò che fa parte del nostro bagaglio attuale di conoscenze e i progetti per il futuro, tra gli illustri esperti che hanno contribuito al raggiungimento di obiettivi fondamentali e i giovani ricercatori che con la loro attività stanno contribuendo alla ricerca che verrà”.

All’INT l’attenzione alla ricerca e in particolare alla traslazionale è forte e rimane il primo obiettivo del lavoro dei ricercatori. “La ricerca svolta all’Istituto Nazionale dei Tumori si mantiene sempre a livelli elevati, tanto da rappresentare spesso lo start ai cambiamenti nella diagnosi e nella cura”, interviene Luigi Cajazzo, Direttore Generale INT. “Questo rende l’INT il riferimento nazionale e internazionale in campo oncologico”.

La ricerca ha fatto passi da gigante e continua a segnare tappe importanti nella lotta al cancro. Basti pensare ai 'Basket study' che testano l’efficacia dei farmaci in pazienti che non hanno più un unico tumore, ma malattie diverse che condividono lo stesso profilo molecolare. Oppure alla possibilità per alcune forme tumorali di scegliere la terapia personalizzata in funzione del profilo genetico e molecolare del paziente. “Emerge sempre di più un fenomeno noto, ed ora molto studiato, vale a dire la capacità del cancro di mutare e resistere alle terapie”, continua il dottor Apolone. “Questo ci sta portando a delineare una ricerca sempre più tecnologica, ma senza perdere di vista il paziente che andrà seguito nel tempo per studiare le caratteristiche mutevoli del cancro e trovare la terapia più appropriata a seconda della fase della malattia”.

In questo senso va sottolineato il vero significato di Medicina di Precisione e Medicina Personalizzata: non si parla solo di terapie mirate alle caratteristiche del tumore, ma anche soprattutto di una maggior precisione in ogni campo di azione della medicina, dalla prevenzione primaria alla sorveglianza del paziente reso privo di malattia ma ancora suscettibile di ricadute e progressioni. “Tutto va personalizzato, non solo le cure farmacologiche”, sottolinea il dottor Apolone. “Le nuove linee di ricerca vanno in questa direzione: fornire dati e informazioni per la migliore personalizzazione dell’intero ciclo di cure e assistenza”.

I FONDI DONATI DAI CITTADINI ALLA RICERCA

La Giornata della Ricerca 2018 sottolinea il ruolo primario dei cittadini nel finanziamento dei progetti, grazie soprattutto alle donazioni attraverso il 5 per mille. “Nel biennio 2016-2017 sono stati allocati in totale cinque milioni di euro, che sono stati destinati a diversi progetti, sia multidisciplinari, sia sviluppati da giovani ricercatori”, interviene il dottor Apolone. “Quest’anno anche per ringraziare chi ci aiuta, abbiamo deciso di raccontare quali lavori scientifici sono in corso, anche per merito di questi fondi”.

I Progetti sono sei. In particolare, quattro sono coordinati da ricercatori senior:
Individuazione delle caratteristiche molecolari del carcinoma ovarico in stadio precoce per definire il trattamento terapeutico più adeguato”, Ricercatore responsabile: dottoressa Marina Bagnoli dell’Unità di Terapie Molecolari-Dipartimento di Ricerca.
Microbioma, marker di infiammazione, caratteristiche cliniche e radiomiche come predittori della risposta dei tessuti sani alla radioterapia nel caso di trattamento di tumore alla prostata e al testa-collo”, Ricercatore responsabile: professor Riccardo Valdagni, Direttore Radioterapia Oncologica 1 e Direttore Programma Prostata.
Nuovo metodo per identificare i tumori della testa-collo e la presenza di infezione da HPV tramite l’analisi dei composti organici volatili del respiro”, Ricercatore responsabile: professoressa Lisa Licitra, Direttore Struttura Complessa Oncologia Medica 3 – Tumori Testa-Collo.
Modificare il microambiente per rendere le neoplasie mammarie più riconoscibili al sistema immunitario”, Ricercatore responsabile: dottor Massimo Di Nicola, Responsabile S.S. Immunoterapia clinica dei tumori e terapie innovative.

Una parte delle risorse disponibili sostiene invece i progetti più meritevoli di ricercatori all’inizio della loro carriera. Quest’anno sono due:
Colpire le proteine “inibitori di apoptosi” come strategia per ridurre l’aggressività, intrinseca e mediata dal microambiente, delle cellule tumorali”, Ricercatore responsabile: dottor Daniele Lecis del Dipartimento di Ricerca.
Adolescenti e giovani adulti con tumore in Italia, come assicurare le migliori cure e qualità della vita”, Ricercatore responsabile: dottoressa Annalisa Trama del Dipartimento di Ricerca.

IL VALORE DELLA COMPLESSITA': LA LETTURA MAGISTRALE DI MAURO CERUTI

La ricerca scientifica non è però solo dati e numeri ma è anche l’elaborazione di un sistema complesso che si muove nella consapevolezza della molteplicità di dimensioni interconnesse da cui emerge l'individuo e il suo universo. Come si legge anche nel recente saggio “Il tempo della complessità” di Mauro Ceruti, epistemologo, che da anni osserva lo sviluppo delle scienze e dei saperi con la consapevolezza che le sfide della conoscenza umana e i modi di intelligibilità che le orientano si legano storicamente, in modo esplicito o sotterraneo, alle prospettive culturali, etiche e politiche delle società umane. “Oggi le scienze biomediche studiano la biografia dei singoli organismi e ciò che le differenzia”, spiega Mauro Ceruti, Professore Ordinario di Filosofia della Scienza dello IULM di Milano e autore del saggio. “Annunciano la possibilità di una medicina individualizzata dal punto di vista delle scoperte scientifiche, e questo attraverso il modo in cui le diverse dimensioni di una vita individuale la rendono irripetibile e unica”.

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