Vaccinazioni Covid-19, nuove Raccomandazioni: priorità per disabili gravi e loro cargiver

Osservatorio Malattie Rare audito al Senato sul tema. Ciancaleoni Bartoli "Grande soddisfazione per il nuovo documento, ora però si vigili su applicazione a livello regionale, soprattutto per i malati rari"

 In data 10 marzo, il Ministero della Salute in collaborazione con la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID, AIFA, ISS e AGENAS ha elaborato la proposta di aggiornamento delle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19, che ha ricevuto parere positivo da parte del Consiglio Superiore di Sanità ed è stato oggetto di un confronto con il Presidente e alcuni componenti del Comitato Nazionale di Bioetica. (Documento disponibile a questo link e già sintetizzato nel nostro approfondimento dedicato al Vaccino anti Covid-19).

Questa proposta è stata oggetto di esame durante la seduta della Conferenza delle Regioni del delle Province Autonome dell'11 marzo 2021. La proposta è stata accolta positivamente, con una richiesta di integrazione riguardante l'inserimento della Protezione Civile tra le categorie prioritarie.

Con il nuovo documento sono state individuate nuove categorie di soggetti per le quali la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 seguirà un nuovo ordine di priorità. In particolare, secondo quanto indicato, la vaccinazione sarà somministrata in via prioritaria, in ordine, alle persone con elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili più persone con disabilità grave certificata ai sensi della Legge 104 articolo 3 comma 3), alle persone di età compresa tra 70 e 79 anni, a quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni, a quelle con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili e, per finire, al resto della popolazione di età <60 anni.

Nessuna menzione esplicita per ciò che concerne le malattie rare. L’elenco delle persone estremamente vulnerabili, intese come persone affette da condizioni che presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di COVId19, è stato parzialmente ampliato. Si fa ora menzione di patologie del motoneurone, distrofia muscolare, talassemia, anemia a cellule falciforme. Ampliata la platea a tutte le patologie tumorali maligne in fase avanzata e non in remissione e a tutti i pazienti oncologici e onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure.
Si tratta però di un elenco parziale, non essendo riportati i codici di patologia (siano essi relativi a patologie rare e croniche), che quindi comporta un margine di interpretabilità piuttosto ampio, che sarà demandato alle regioni. Con la possibilità di un effetto discriminatorio su base regionale.
La vera criticità ora è rappresentata dalla concreta applicazione di queste nuove raccomandazioni sul territorio, e in 20 diversi sistemi sanitari regionali, all’interno delle quali servirebbe coordinare medici di famiglia e centri di riferimento.      
Intanto le Regioni hanno già fatto i loro piani sulla base di indicazioni precedenti, facendo scelte molto diverse tra loro, come riportato in questo speciale dedicato e aggiornato quotidianamente.

L'AUDIZIONE DI OSSERVATORIO MALATTIE RARE AL SENATO

“È una soddisfazione vedere che le richieste presentate con forza da tanti membri del Parlamento e dalla società civile sono state accolte; buona parte dei malati rari e cronici di fatto vede riconosciuta a livello nazionale la propria condizione di gravità e quindi la priorità vaccinale”, ha spiegato Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore di Osservatorio Malattie Rare, in audizione oggi pomeriggio presso la Commissione XII del Senato “Igiene e sanità” sul tema dei vaccini anti Covid-19 (Scarica QUI il testo integrale dell'audizione).

Solo pochi giorni fa è stata infatti pubblicata una lettera indirizzata al Ministro Speranza sull’importanza di vaccinare le persone fragili prima di quelle in salute. Su iniziativa dell’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare e dell’ Alleanza MR e promossa da OMAR, ha raccolto centinaia di adesioni di parlamentari, associazioni ed esperti. E ha trovato una risposta concreta in queste nuove Raccomandazioni.

Tuttavia nel documento, sintetizzato da OMaR in questo approfondimento speciale, non vengono riportati i codici di patologia.  “Per esperienza sappiamo che questo creerà difficoltà interpretative alle Regioni, e di conseguenza non solo rallentamenti ma anche diverse interpretazioni, con l’effetto che alcune patologie avranno priorità in una regione e non in un’altra. L’indicazione dei codici, che certo avrebbe richiesto qualche giorno di lavoro in più, avrebbe tuttavia fatto risparmiare moltissimo tempo nella corretta applicazione di queste raccomandazioni, e avrebbe permesso anche ai medici di famiglia di stilare velocemente la lista delle persone da vaccinare. La vera criticità ora è, appunto, nella concreta applicazione di queste nuove raccomandazioni sul territorio e in 20 diversi sistemi sanitari regionali, all’interno dei quali servirebbe coordinare medici di famiglia e centri di riferimento”, ha aggiunto Ciancaleoni Bartoli.

Intanto le Regioni hanno già fatto i loro piani sulla base di indicazioni precedenti, facendo scelte molto diverse tra loro, come analizzato nel dossier di Osservatorio Malattie Rare, accessibile gratuitamente a questo link. “Ora queste dovranno riadattare i loro piani e si impiegherà certamente del tempo ma, soprattutto, dovranno strutturare delle modalità organizzative: ed è proprio su ciò che sono concentrati i maggiori timori – ha affermato il Direttore di OMaR – È importantissimo che siano stati stabiliti dei corretti criteri e bisogna fare in modo che il diritto al vaccino di queste categorie sia effettivamente esigibile e lo sia in modo uniforme su tutto il territorio. Da settimane le persone fragili ci scrivono per sapere se devono prenotarsi o se verranno chiamate, ed eventualmente da chi, se devono essere loro a contattare i medici di base o i centri, e segnalano anche che molti dei portali messi a disposizione dalle regioni per la prenotazione non funzionano. È fondamentale, dunque, che si continui a vigilare sulla concreta applicazione di queste nuove raccomandazioni, a lavorare affinché nessuna regione rimanga indietro e che siano utilizzati criteri quanto più possibili uniformi, così che possa essere anche più facile comunicarli ai cittadini. Potrebbero essere necessarie delle circolari interpretative riguardo al fatto che alcune patologie siano o non siano nelle tabelle di priorità, e questo si verificherà soprattutto per le malattie rare che sono meno note. L’Osservatorio lo farà presente al Ministero informandone questa Commissione, ma la nostra voce non sarà abbastanza forte senza il vostro supporto che spero continuerà a esserci come c’è stato fino a oggi”. 

CAREGIVER E FAMILIARI CONVIVENTI FINALMENTE NELLE PRIORITÀ

Tra le priorità però si fa finalmente espressa menzione anche dei caregiver e dei familiari conviventi.
 Da una lettura più attenta del documento, ed in particolare, dall’analisi delle Tabelle 1 e 2 in cui si fa espresso richiamo a queste categorie di soggetti, i caregiver considerati ai fini della vaccinazione sono solo quelli che prestano la propria attività di assistenza alle persone con disabilità grave, riconosciuta ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge n. 104/1992 (intesi come caregiver che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto).

Per quanto riguarda, invece, i familiari conviventi, l’ordine di priorità per questi soggetti è stabilito in funzione della patologia da cui il familiare convivente eletto alla vaccinazione è affetto. A questo proposito, si fa riferimento:

  • pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive
  • pazienti con grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza
  • pazienti con immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico
  • pazienti oncologici e onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
  • pazienti in lista d’attesa o trapiantati di organo solido
  • pazienti in attesa o sottoposti a trapianto (sia autologo che allogenico) di cellule staminali emopoietiche (CSE) dopo i 3 mesi e fino ad un anno, quando viene generalmente sospesa la terapia immunosoppressiva
  • pazienti trapiantati di CSE anche dopo il primo anno, nel caso che abbiano sviluppato una malattia del trapianto contro l’ospite cronica, in terapia immunosoppressiva
  • disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3

Leggi anche: Vaccino Covid-19, tutte le informazioni dedicate a malati rari, persone con disabilità e caregiver

 

 

 

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