Neonato

Il bimbo, proveniente dall’Albania, è stato sottoposto a una trasposizione gastrica in torace

L’equipe guidata dalla professoressa Giovanna Riccipetitoni, Direttore UOC Chirurgia Pediatrica, ha eseguito, per la prima volta al Policlinico San Matteo di Pavia, un complesso intervento di trasposizione gastrica in torace (gastric pull-up) su un bambino di 10 mesi, proveniente dall'Albania, affetto da atresia esofagea: una patologia rara, con un’incidenza di 1 ogni 3.000-4.500 nati.

Questa malformazione è caratterizzata da un mancato sviluppo e da un’interruzione della continuità dell'esofago, che è costituito da due monconi, superiore e inferiore, tra loro distanti. Vi sono 5 diverse forme di atresia esofagea, la più frequente è il tipo 3° o tipo C (rappresenta circa l’86% dei casi), in cui è presente una fistola tra la trachea e il moncone esofageo inferiore.

Il bimbo presentava una cervicostomia, ovvero un abboccamento dell'esofago superiore al collo, e una gastrostomia, per la nutrizione. Ricoverato il 14 giugno per un’accurata serie di esami diagnostici e una preparazione preoperatoria, il 23 giugno il piccolo è stato operato di trasposizione gastrica in torace (gastric pull-up): un intervento delicato e difficile da eseguire, proposto alcuni decenni fa dal professor Lewis Spitz di Londra e insegnato alla professoressa Riccipetitoni dal professor Arnold Coran, di Ann Arbor (USA). L'indicazione ad eseguirlo non è frequente ed è riservata ai pazienti che hanno perso l'esofago; inoltre, viene eseguito in pochi Centri in Italia poiché richiede una competenza specifica e la presenza di un team ad alta specializzazione, quale quello realizzatosi al Policlinico grazie all'interazione di molte nuove competenze nell'area pediatrica.

L'intervento è durato circa 8 ore, necessarie a svolgere le numerose fasi chirurgiche della procedura, che prevedono una fase addominale, una toracica, una cervicale ed infine un'ulteriore addominale. Ad eseguire l’operazione chirurgica è stata un’equipe guidata dalla professoressa Giovanna Riccipetitoni, e composta da: Mirko Bertozzi (chirurgo pediatrico); Maria Ruffoli (medico in formazione specialistica); Simonetta Mencherini (anestesista); Valeria Bertolini; Rossella Mezzadra, Nicoletta Maiocchi (ferristi); Adriana Benintende, Maria Elena Mariani, Barbara Scotti (infermieri); Silvia Braggio, Dolores Geraci (OSS).

L’immediato decorso post-intervento ha visto un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale, dove il piccolo paziente ha necessitato di 7 giorni di ventilazione meccanica e cure intensive post-operatorie. L'assistenza postoperatoria di questi pazienti è complessa ed è stata possibile grazie alle competenze del dottor Stefano Ghirardello, neo Direttore della TIN e della sua equipe, con la collaborazione degli anestesisti diretti dal professor Francesco Mojoli. Una volta estubato, il piccolo è stato sottoposto ai controlli radiologici che hanno evidenziato l’ottima riuscita dell’intervento ed è stato quindi trasferito presso la UOC di Chirurgia Pediatrica, dove inizierà il suo percorso riabilitativo. Infatti, il piccolo potrà imparare ad alimentarsi per bocca: gli organi sono presenti, quindi la digestione è normalmente assicurata, ma occorrerà fare attenzione a prevenire complicanze quali la distensione dello stomaco e il reflusso gastro-esofageo. Inoltre, questi bambini che non si sono alimentati per bocca (il paziente ha 10 mesi) devono apprendere i meccanismi della deglutizione e ciò comporta tempi di rieducazione generalmente lunghi.

“La realizzazione di un intervento di altissima chirurgia al Policlinico San Matteo rappresenta il frutto di un percorso di formazione e qualificazione dell’attività della Chirurgia pediatrica e del blocco operatorio pediatrico”, ha commentato la professoressa Giovanna Riccipetitoni. “L’intervento ha richiesto un’attenta e specifica preparazione preoperatoria di ogni step chirurgico ed anestesiologico, che ha coinvolto attivamente tutte le figure professionali del blocco operatorio e del reparto di Chirurgia pediatrica, che ringrazio per l’impegno e l’alta competenza professionale. Per una procedura così complessa era necessario disporre di elevate competenze di terapia intensiva, che sono state messe a disposizione dal dottor Ghirardello, neodirettore della TIN e dalla sua equipe, permettendoci di ottenere un brillante risultato. Sono certa che l’IRCCS Policlinico San Matteo sarà sempre più riferimento per la cura di pazienti complessi”.

“Avere l’opportunità di poter accogliere il piccolo paziente nel nostro reparto per seguirne le delicate fasi post-operatorie è stata l’occasione per conoscere ed apprezzare la grande professionalità e umanità di tutta l’equipe medica e infermieristica della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico San Matteo, che è stata coinvolta in un caso clinico particolarmente complesso e al di fuori dell’ambito strettamente neonatologico”, ha dichiarato Stefano Ghirardello. “Nonostante ciò, anche grazie al supporto dei colleghi chirurghi ed anestesisti, il decorso post-operatorio si è svolto senza complicanze, contribuendo al successo di questo difficile intervento chirurgico. Auspichiamo che nel prossimo futuro la Fondazione possa essere sempre più frequentemente il punto di riferimento per la gestione di lattanti con patologie chirurgiche complesse”.

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