FTD, Bruce Willis in peggioramento
Bruce Willis

L'attore avrebbe crescenti difficoltà nel linguaggio e nella mobilità: il suo caso riporta l’attenzione sulla rara patologia neurologica da cui è affetto

A oltre un anno dalla conferma della diagnosi di demenza frontotemporale (FTD), le condizioni di Bruce Willis sembrano purtroppo aggravarsi. Secondo quanto riportato da alcune testate statunitensi, l’attore starebbe affrontando difficoltà sempre più marcate nel parlare e nel muoversi, manifestazioni coerenti con l’evoluzione tipica della malattia.

I primi segnali erano emersi già nel 2022, quando Willis si era ritirato dalle scene a causa di un’afasia. Solo in seguito si era compreso che quel disturbo del linguaggio era una delle prime manifestazioni di una forma di demenza che colpisce i lobi frontali e temporali del cervello, alterando progressivamente il comportamento, le funzioni cognitive e le capacità espressive.

La diagnosi era stata resa pubblica dalla famiglia nel febbraio 2023, con l’intento dichiarato di dare visibilità a una malattia poco conosciuta e spesso fraintesa, in modo da accrescere la consapevolezza e favorire la ricerca. Rispetto alla più nota malattia di Alzheimer, la FTD tende infatti a manifestarsi in età più precoce – in genere tra i 45 e i 65 anni – e si presenta con sintomi iniziali spesso legati al linguaggio o alla personalità. Mutismo, afasia, apatia e cambiamenti marcati nel comportamento possono rappresentare i primi segnali, come accaduto nel caso dell’attore. A questi si sommano, con il progredire della malattia, difficoltà motorie e perdita dell’autonomia, segni che sembrano emergere con maggiore evidenza nelle ultime notizie sullo stato di salute di Bruce Willis.

La FTD è una delle principali cause di demenza a esordio precoce. La sua identificazione può essere complessa, e la diagnosi spesso arriva solo dopo una lunga fase di incertezza. In molti casi, la malattia viene confusa con disturbi psichiatrici o comportamentali, ritardando così l’accesso a una presa in carico adeguata.

Mentre la gestione clinica resta centrata sul supporto ai sintomi, la ricerca scientifica guarda anche a nuove possibilità terapeutiche. È il caso, per esempio, di una sperimentazione clinica avviata recentemente per valutare una terapia genica destinata a contrastare la forma della malattia associata a mutazioni nel gene della progranulina, che apre prospettive importanti anche se limitate a specifiche varianti genetiche.

Il difficile percorso di Bruce Willis continua a rendere visibile una patologia rara e complessa, ancora poco conosciuta e difficile da diagnosticare precocemente: il destino del celebre attore, legato oggi a un silenzio sempre più profondo, aiuta a non far calare il silenzio sulla malattia.

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