Sindrome feto-alcolica, il punto con la dottoressa Coriale
Dottoressa Giovanna Coriale

In Italia esistono strutture come il CRARL, Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, che si occupano di prevenzione, diagnosi e trattamento della patologia

Il 9 settembre si celebra la Giornata Internazionale della Sindrome Feto-Alcolica (FAS) e dei Disturbi dello Spettro Alcolico Fetale (FASD), un appuntamento dedicato a sensibilizzare il pubblico sull’impatto che il consumo di alcol in gravidanza può avere sulla salute del nascituro, con conseguenze dannose che si estendono dal breve al lungo termine. Infatti, la sindrome feto-alcolica rappresenta la causa di disabilità cognitiva non genetica e prevenibile più comune nel mondo occidentale: è determinata dall’esposizione del feto all’alcol ed è completamente evitabile con l’astensione dalle bevande alcoliche in gravidanza.

Il consumo di alcol in gravidanza, però, è ancora piuttosto diffuso a livello globale: secondo i Rapporti ISTISAN, circa il 10% delle donne continua a bere durante la gestazione e, di queste, una su 67 partorisce un bambino con FASD. In Europa, i tassi di disturbi dello spettro feto-alcolico sono i più alti al mondo, oltre due volte e mezzo la media globale. Si stima anche che la prevalenza di FASD nelle popolazioni di bambini in età scolare vari dal 2% al 5%, con un’incidenza particolarmente alta in quelli adottati o in affidamento.

In Italia, il DPCM del 12 gennaio 2017, relativo all’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, definisce la sindrome alcolica fetale (codice esenzione: RP0040) una malattia rara potenzialmente letale o a rischio elevato di disabilità, caratterizzata da un alto grado di complessità. Inoltre, nella quinta edizione del Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) la patologia è stata riconosciuta come “Disturbo del Neurosviluppo Associato all'Esposizione Prenatale all'Alcol” e inserita nella sezione relativa alle “condizioni che necessitano di ulteriori studi”.

In Italia ci sono diverse strutture cliniche che si occupano di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dei disturbi feto-alcolici. Tra queste, a Roma, c’è il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio (CRARL), afferente alla ASL Roma 1 e al Dipartimento di Salute Mentale, diretto dal Dott. Giuseppe Ducci, insieme alla  responsabile Dott.ssa Ida Capriglione. A spiegare come funziona la struttura è la referente dell'ambulatorio dedicato ai FASD, Dott.ssa Giovanna Coriale, affiancata per la parte preventiva dalla Dott.ssa Maria Concetta Marcella Scamporrino.

UN IMPORTANTE PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA, ANCHE IN ITALIA

In Italia, il primo studio di prevalenza tramite accertamento attivo sulla sindrome feto-alcolica e sui disturbi ad essa correlati è stato effettuato proprio dal CRARL”, spiega Coriale. “Su un campione di 976 bambini dei Castelli Romani frequentanti la prima elementare, il 4,7% (n=46) ha ricevuto una diagnosi di FASD, facendo emergere l’entità del fenomeno. Questi dati forniscono un quadro piuttosto inquietante, soprattutto in considerazione del fatto che, a differenza di altri disturbi, nei FASD una prevenzione efficace potrebbe essere fatta in modo semplice ed economico, migliorando la consapevolezza e la conoscenza del problema. È provato, infatti, che nei casi in cui l’uso di alcol da parte delle gestanti è occasionale, e quindi non problematico, è sufficiente fornire informazioni chiare e corrette affinché esse decidano di interromperne l’assunzione. La FAS rappresenta un importante problema di salute pubblica e sociale con costi sanitari elevati, contenibili se si attuassero politiche sociali e programmi di intervento finalizzati all’individuazione precoce di donne che stanno assumendo alcol in gravidanza e di bambini che sono stati esposti prenatalmente all’alcol”.

CRARL: IL CENTRO DI RIFERIMENTO DEL LAZIO PER I DISTURBI DA USO DI ALCOL

Il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio (CRARL) si trova a Roma, all’interno del Policlinico Umberto I, e offre un approccio multidisciplinare che integra aspetti medici, psicologici e sociali. L’obiettivo è prendersi cura in maniera completa di chi soffre di un Disturbo da Uso di Alcol (DUA), attraverso programmi personalizzati che coinvolgono medici, psicologi, assistenti sociali e volontari.

Il Centro non gestisce le situazioni di intossicazione acuta da alcol, che restano di competenza dei pronto soccorso, ma lavora sul medio e lungo periodo, con interventi terapeutici, programmi di sostegno e attività di prevenzione sul territorio. Da oltre vent’anni, poi, collabora con la Liver Transplant Unit del Policlinico Umberto I nella valutazione e nell’accompagnamento di chi è in lista per trapianto di fegato. Inoltre, ha promosso la redazione di linee guida nazionali sul trattamento del disturbo da uso di alcol, a conferma del suo ruolo non solo clinico, ma anche scientifico e formativo.

Il CRARL è parte di una rete ampia che comprende servizi sanitari territoriali, gruppi di auto-mutuo aiuto come Alcolisti Anonimi e Club degli Alcolisti in Trattamento, associazioni come Caritas e Comunità di Sant’Egidio, scuole di psicoterapia e istituzioni accademiche. Una collaborazione che permette di offrire risposte integrate e di ridurre lo stigma ancora legato ai disturbi da dipendenza.

UN SERVIZIO DEDICATO ALLA SINDROME FETO-ALCOLICA

“Il CRARL svolge attività di prevenzione sul territorio e fornisce un supporto clinico multidisciplinare ai cittadini con DUA, occupandosi, in questo ambito, anche di sindrome alcolica fetale”, spiega la Dott.ssa Giovanna Coriale. “Nello specifico, presso il Centro effettuiamo diagnosi di FASD e garantiamo protocolli di trattamento per le disabilità secondarie collegate all’esposizione del feto all’alcol. All’interno della struttura è presente un Day Hospital Alcologico e tre ambulatori, uno dei quali espressamente dedicato ai FASD”. 

“Relativamente alla sindrome feto alcolica, nel corso degli anni, il CRARL è diventato un punto di riferimento sull’intero territorio nazionale per la diagnosi e il trattamento dei bambini e dei giovani adulti affetti da FASD e per il sostegno clinico alle donne che fanno uso di alcol in gravidanza”, prosegue l’esperta. “L’ambulatorio dedicato prevede la strutturazione di interventi terapeutici volti a sostenere donne che stanno bevendo o hanno bevuto in gravidanza, nonché di attività di diagnosi e trattamento di bambini e adulti che sono stati esposti prenatalmente all’alcol”.

Un servizio per la sindrome feto-alcolica è di notevole importanza perché, attraverso l’adozione di strategie mirate è possibile prevenire danni permanenti e irreversibili al feto causati dall'alcol assunto in gravidanza: un supporto adeguato alle madri, che includa non solo l'informazione sulla FAS ma anche l’eventuale disintossicazione dall’alcol, il trattamento del DUA e il sostegno alla genitorialità sono cruciali in tal senso. Inoltre, un servizio rivolto agli individui che sono stati esposti prenatalmente all’alcol consente di effettuare diagnosi precoci di FASD per ogni fascia di età, facilitando un accesso tempestivo a trattamenti e interventi di supporto adeguati per i pazienti e le famiglie. È essenziale che la donna sia consapevole che non esiste un livello sicuro di consumo di alcol durante la gravidanza e che l'astensione totale è l'unica scelta sicura”, conclude la Dott.ssa Coriali.

COME ACCEDERE AL CRARL

Il CRARL è situato presso il Policlinico Umberto I di Roma e può essere contattato per via telefonica (ai numeri 06-49970994 e 06-49972095) o tramite e-mail (scrivendo all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Le prestazioni ambulatoriali, a carico del SSN, prevedono incontri prenotati direttamente con il Centro e dietro la presentazione di prescrizione medica.

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