Presentate le linee guida al Congresso dell'Associazione Ricerca Terapie Onlcologiche Integrate - ARTOI
A chiusura del IV Congresso Artoi, terminato qualche giorno fa, il presidente Massimo Bonucci ha affermato: "Si inseriscano nel Ssn le cure integrate in Oncologia. Tutti i pazienti affetti da tumore hanno diritto a integrare le terapie convenzionali con altre che ne riducono gli effetti collaterali, attivando un percorso terapeutico integrato e personalizzato. Integrare porta risparmio perché riduce il consumo di farmaci e il ricorso a ricoveri, migliorando l’appropriatezza terapeutica" e ha proseguito spiegando che: "L’integrazione in oncologia mette in moto un cammino virtuoso durante i trattamenti anticancro, che significa: meno sofferenza per la persona ammalata, quindi meno farmaci e meno ricoveri, e dunque, più risparmio per le casse pubbliche".
Infine, portando alla luce la richiesta dei malati, Bonucci ha concluso sottolineando che: «I pazienti chiedono innovazione e personalizzazione nei trattamenti e domandano alle istituzioni la possibilità di accedere in tutto il Paese alle cure integrate nell’oncologia, come già avviene in Toscana nell’ospedale di Pitigliano e in diverse strutture regionali. L’integrazione è il futuro: negli Usa oltre il 50% dei pazienti oncologiche è sottoposto a percorsi terapeutici integrati».
Presentate durante il workshop sull’alimentazione in oncologia le linee guida in nutrizione secondo Artoi
Bilancio positivo per due giorni intensi di informazione e aggiornamento sulle novità nel campo delle terapie integrative in Oncologia, ma non solo. Perché oltre al confronto multiprofessionale sui temi delle terapie adiuvanti, i pazienti presenti numerosi sabato pomeriggio al 2° workshop sulla nutrizione hanno fatto sentire la loro voce: "Le cure integrative ci hanno fatto sopportare meglio chemio e radioterapia, chiediamo che i pazienti siano ascoltati. Che si dia la possibilità a tutti i malati italiani di poter accedere a cure innovative, che riducono la sofferenza di chi è costretto a sopportare numerosi cicli di chemioterapia, interventi e trattamenti farmacologici molto aggressivi". Alcuni pazienti hanno voluto raccontare come sono arrivati alle cure integrative dopo mesi (a volte anni) di sofferenza e di scarso successo delle cure anticancro.
Toccante la testimonianza dello chef romano Maurizio Morbidelli, che ha cucinato durante il workshop insieme all’oncologo israeliano Eran Ben Arye: “Mia figlia di 12 anni, ammalata da 4 di leucemia mieloide, da un anno e mezzo riesce a sopportare molto meglio le cure che i medici le impongono (dopo aver subito collassi e coma a causa dell’aggressività delle terapie), grazie a un cambiamento radicale dell’alimentazione. Oggi, la malattia è ferma, non progredisce, e la ragazzina ha molta meno nausea, dolori e spossatezza. Eliminando la carne e seguendo le indicazioni nutrizionali dell’oncologia integrata abbiamo una speranza che lei possa continuare le cure con maggiore serenità, senza soffrire inutilmente e anzi potenziando gli effetti delle terapie antileucemia."
Nel pomeriggio della seconda giornata di congresso, pazienti e medici Artoi hanno affrontato proprio i temi della nutrizione quale “cura” vera e propria per chi è sottoposto a terapie antitumorali.
Ai fornelli l’oncologo Eran Ben Arye ha spiegato come inserire le spezie nella preparazione dei cibi e come potenziarne gli effetti. Curcuma, ginger, peperoncino, pepe, astragalo, menta e liquirizia sono spezie con potenti effetti anti nausea, anti stanchezza, oltre ad essere immunomodulanti.
Nutrizione in oncologia: le linee guida Artoi
Una delle missioni per cui ARTOI è nata è fornire ai malati di cancro utili informazioni sui problemi nutrizionali sia a scopo preventivo e sia per affrontare varie problematiche durante la malattia stessa, con l’obiettivo di diffondere valide e solide raccomandazioni teoriche unite a consigli pratici. La domanda è: come può un alimento aiutare a combattere una malattia come il cancro? La risposta è semplice: Il cancro è una cellula impazzita (mutata) e come tutte le cellule si deve nutrire ed eliminare gli scarti, ecco come possiamo intervenire conoscendo il suo metabolismo. È stato, inoltre, dimostrato in laboratorio che alcuni alimenti sono capaci di rallentare la crescita delle cellule tumorali così come altri la favoriscono. Infine moltissimi alimenti agiscono sul microambiente, ovvero lo spazio tra cellula e cellula: in tal modo facilitano il lavoro del sistema immunitario, e ostacolano le cellule tumorali impedendo loro di crearsi un ambiente che ne faciliti la crescita.
1° Raccomandazione: nelle terapie oncologiche un’alimentazione guidata è importante quando una chemioterapia ben modulata.
L’alimentazione in Oncologia non può e non deve essere semplice proscrizione come spesso accade (il classico consiglio del medico: no al latte e alla carne rossa), ma è una selezione ragionata e personalizzata degli alimenti attraverso una consulenza specialistica utilizzando le informazioni provenienti da strumenti diagnostici avanzati come Test genetici, BIA, Lipidomica e altri.
2° Raccomandazione: nel cancro è fondamentale attivare l’autofagia. Praticare la restrizione calorica pre-chemioterapia di 48 ore.
Uno studio recente, pubblicato su Science Translational Medicine, ha dato un nuovo e importante impulso alle già note conoscenze sulla restrizione calorica/digiuno, coordinato dal genovese Valter Longo, direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California di Los Angeles, e realizzato in collaborazione con il Laboratorio di Oncologia dell’Istituto Gaslini di Genova, diretto da Vito Pistoia, ha dimostrato che un breve digiuno (48 ore prima della chemioterapia) in un modello animale di neuroblastoma protegge le cellule sane, che riposano come in uno stato di ibernazione in attesa di nuovo nutrimento, e rende più vulnerabili le cellule malate, riduce gli effetti indesiderati della chemio e protegge anche dalla metastasi. Il digiuno destabilizza le cellule ammalate, che cercano, invano, altre vie per rigenerarsi di fatto indebolendosi perché solo le cellule sane possono sopravvivere al digiuno. Tale protocollo è già in uso al Norris Cancer Center di Los Angeles.
3° Raccomandazione: manipolazione nutrizionale della cellula neoplastica per aumentare l’efficacia della chemioterapia.
Il gruppo di lavoro ed esperti, in una visione multidisciplinare, hanno coordinato le linee guida in Oncologia secondo ARTOI che rappresentano le fondamenta dell’alimentazione nel malato Oncologico.
OBIETTIVO: conservare e/o recuperare un ottimo stato nutrizionale
I CIBI DA EVITARE
• carni rosse e bianche, compreso insaccati. Eventuale possibilità di uso di agnello e coniglio se di provenienza biologica e naturale;
• pesce di grossa taglia. Specialmente se di provenienza non mediterranea;
• latte e latticini;
• zuccheri raffinati, escluso il fruttosio naturale;
• zuccheri complessi, pane con farine raffinate e pasta con semola di grano duro;
• patate, pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, banane;
• frutta, durante il trattamento antiblastico è ammessa spremuta di limone, con aggiunta di un pizzico di bicarbonato di potassio o di sodio;
• acqua e bevande gassate;
• soia (limitatamente alle neoplasie del tratto genitale-mammarie)
I CIBI CONSIGLIATI
• Pesce, preferibilmente quello “azzurro”;
• Verdure, preferibilmente crucifere, è ammesso pomodoro cotto;
• legumi (anche grano saraceno, orzo, farro, fave...);
• frutta: frutti di bosco (mela e pera, dopo i sei mesi di trattamento);
• uova;
• pane e pasta integrale/kamut/farro;
• formaggio stagionato (tipo parmigiano);
• semi di sesamo, per una corretta integrazione di calcio;
• latte di riso e di asina;
• olio extravergine (provenienza riconosciuta italiana – spremitura a freddo);
• frutta secca, consigliato 2 mandorle “fresche” alla mattina;
• foglia di prezzemolo (prima di ogni pasto);
• spezie: zafferano/curcuma-miscelata con un pizzico di pepe;
• vino rosso (½ bicchiere a pasto).
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