Filomena Gallo (Ass. Coscioni): Chiediamo dei chiarimenti al Ministro della Salute su quanto detto da Vannoni
Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundantion, è intervenuto sabato 24 agosto alla trasmissione il Maratoneta, condotta da Mirella Parachini e Valentina Stella, in onda su Radio Radicale. Vannoni ha dichiarato che il protocollo su cui avverrà la sperimentazione non è lo stesso della metodologia utilizzata agli Spedali civili di Brescia ma è una forma semplificata e che ha preteso che il protocollo venisse secretato perché di proprietà di Stamina e perché non ha brevetto.
Inoltre si eviterebbe così la creazione di un mercato parallelo di queste metodiche fuori dall'Italia.
Ha aggiunto che la produzione delle cellule è a carico di Stamina Foundantion e della piccola società farmaceutica Medestea e che i costi per il Sistema Sanitario Nazionale sono solo di poche centinaia di euro a paziente. Ha quindi smentito i calcoli di previsione del professor Michele De Luca che secondo Vannoni ha sbagliato su tutto perché, non conoscendo il metodo, è partito da presupposti errati. Ha precisato che Stamina sta dimostrando che si riescono a produrre linee cellulari anche in un laboratorio non farmaceutico. Ha concluso sostenendo che lo Stato poteva risparmiarsi i 3 milioni di euro per le due prime fasi di sperimentazioni, perchè intanto non si arriverà alla fase 3 della sperimentazione.
Sono seguiti sullo stesso tema gli interventi di Daniela Lauro, presidente dell'Associazione famiglie sma, e di Gilberto Corbellini, docente di storia della medicina e bioetica alla Sapienza.
In seguito alla partecipazione di Vannoni al programma radiofonico Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Coscioni, ha diffuso una nota con la quale si chiedono urgenti chiarimenti al Ministro della Salute.
Sorge dunque spontanea – si legge nella nota di Gallo - la domanda: a cosa serve tutto questo? Cosa si sperimenterà? Cos'è questo metodo semplificato?
Aggiunge - Vannoni - che non c'è brevetto, smentendosi rispetto alle precedenti dichiarazioni in cui affermava che la metodica era scritta nel brevetto stesso.
Dunque siamo senza metodo e senza soldi per applicarlo sui pazienti. Non sarebbe il caso di smetterla di giocarla con la salute delle persone e con la sofferenza delle loro famiglie?
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