Scaccabarozzi (Famindustria): idea pronta a diventare proposta
Farmindustria dà luce verde sulla soluzione prospettata dai farmacisti italiani per eliminare il fenomeno delle carenze di determinati prodotti. Argomento salito all'onore delle cronache negli ultimi giorni; in diverse zone del Paese si sono infatti registrate numerose difficoltà relative all'approvvigionamento di diverse categorie di farmaci. Lungaggini e problematiche che rischiano di mettere a repentaglio la continuità di terapie e protocolli di cura. Una condizione già verificatasi nel mese di giugno, causando il diretto interessamento del ministero della Salute.
Dal presidente dell’associazione produttori, Massimo Scaccabarozzi, non arriva solo la disponibilità a discuterne fin da subito con filiera, Agenzia italiana del farmaco ed associazioni dei distributori. C’è già anche un’idea pronta a diventare proposta, che invita a prendere il modello spagnolo di doppio prezzo e adattarlo alla realtà italiana, così come suggerito qualche mese fa da Federfarma.
Iniziativa che intende anche rimandare al mittente le accuse rivolte alle aziende, accusate di prediligere il mercato straniero rispetto a quello nazionale. “Noi sosteniamo da sempre che i farmaci dovrebbero avere lo stesso prezzo in tutta Europa – spiega il numero uno degli industriali – Questo però non è stato finora possibile, perché ci sono paesi che si trovano in condizioni economiche difficili e le industrie del farmaco non possono non tenerne conto quando contrattano i prezzi. Poi però vanno messi in campo strumenti che evitino le esportazioni dai paesi dove i medicinali costano meno, perché altrimenti si corre il rischio di lasciare i cittadini senza farmaci”.
La regolamentazione vigente in Spagna è molto semplice, c'è un prezzo di mercato, che è quello al quale il farmaco viene venduto ai cittadini ed esportato, e c’è un prezzo scontato, quello al quale viene venduto al servizio sanitario. “Adattarlo alla realtà italiana sarebbe facilissimo perché da noi c’è il pay-back – chiarisce Scaccabarozzi – i prodotti verrebbero venduti a un solo prezzo e poi con il pay-back l’industria restituirebbe al Sistema sanitario nazionale lo sconto pattuito”.
Gli industriali hanno chiarito di essere disposti a prendere in considerazione anche il modello adottato in Germania, dove l'industria fissa liberamente il prezzo di vendita dei prodotti e poi tratta direttamente con le casse di previdenza e le assicurazioni lo sconto da applicare. Entrambi i modelli – quello spagnolo e quello tedesco – non rischiano poi di finire sotto la lente d'ingrandimento della Commissione europea, il dual price iberico si applica infatti sia al mercato interno che a quello esterno.
Farmindustria ha inoltre specificato di essere disposta a contingentare l'export parallelo di alcuni prodotti, ipotesi oggi ritenuta non praticabile perché il Ministero non avrebbe ancora stabilito delle regole in tale senso.
Scaccabarozzi ha poi ricordato le potenzialità del suo comparto: “In Italia si contano 176 impianti per la produzione di farmaci, siamo il secondo paese al mondo per produttività ed esportiamo il 70 per cento dei medicinali che fabbrichiamo. Sbaglia chi collega il fenomeno delle carenze alla globalizzazione”.
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