E’ stata pubblicata dall’FDA una guida per le aziende farmaceutiche, intitolata “Rare Disease: Common Issues in Drug Development”, in cui vengono affrontati alcuni aspetti comuni che riguardano lo sviluppo dei farmaci per le malattie rare.
La guida – che è stata presa in analisi dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) - prevede innanzi tutto che, nel caso in cui si tratti di farmaci per malattie rare prive di trattamenti alternativi, le aziende possano avviare le sperimentazioni cliniche senza gli studi tossicologici standard, a condizione che ne giustifichino l'approccio.

L'Aifa invita pertanto gli sponsor ad affrontare la questione nelle prime fasi del processo di sviluppo dei farmaci (prima di iniziare gli studi sugli animali) in modo da poter verificare se tale flessibilità sia appropriata. Nella guida viene riconosciuto, inoltre, che i pazienti affetti da malattie rare possano essere disposti a correre rischi maggiori rispetto a quelli con patologie meno gravi.

La FDA consiglia anche riunioni pre-IND (Investigational New Drug) per discutere la disponibilità di endpoint appropriati. “Infatti – sottolinea l'Agenzia – endpoint di efficacia ben caratterizzati potrebbero non essere sempre disponibili per le malattie rare. In tali casi, le aziende farmaceutiche dovrebbero mettere a punto nuovi strumenti di valutazione del paziente, tenendo in considerazione validità, affidabilità, fattibilità, resistenza a bias, capacità di rilevare il cambiamento e interpretabilità clinica”.
L’FDA nota, ad esempio, che uno studio di Fase 3 con un endpoint primario di efficacia (clinicamente significativo ma potenzialmente soggetto a bias) può beneficiare di endpoint secondari, come misurazioni di laboratorio, che sono resistenti ai bias. Negli studi in fase iniziale, la capacità di rilevare il cambiamento può essere più importante della significatività clinica per stabilirne la fattibilità.

“Gli sponsor – aggiunge l’Aifa – dovrebbero inoltre usufruire degli incontri pre-IND e di altri meeting per discutere la loro conoscenza della fisiopatologia della malattia e il meccanismo del farmaco proposto per il trattamento. La mancanza di dettagli sulla fisiopatologia di una malattia rara può essere superata attraverso l'esame della sua storia naturale prima di iniziare a sviluppare un farmaco. Ciò aiuterà l'azienda a definire la popolazione, progettare e implementare gli studi clinici e sviluppare misure di outcome e biomarcatori”.

Infine l’Fda afferma che “le caratteristiche del disegno di una sperimentazione clinica condotta una malattia rara sono le stesse degli studi condotti per altri farmaci: una chiara definizione degli obiettivi, un disegno che consente un valido confronto con un controllo, un’adeguata selezione dei pazienti, metodi per minimizzare i bias e valutare la risposta del paziente e la capacità di analizzare gli effetti di trattamento. Nei trial su malattie rare, tuttavia – conclude - il numero minimo di pazienti necessario per stabilire la sicurezza e l’efficacia sarà considerato caso per caso”.

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