L'esecutivo pensa ad una revisione della normativa: le tariffe saranno legate al reddito
Il via libera delle Regioni al nuovo Patto per la salute passa anche dalla riforma dei ticket. Il governo avrebbe infatti in mente di rivedere radicalmente l'istituto prevedendo tariffe diversificate legate al reddito e una riscrittura della complicata galassia delle esenzioni per patologia. Sostanzialmente, qualora nulla dovesse cambiare, anche i cittadini affetti da gravi malattie croniche e da malattie rare potrebbero essere costretti a pagare per esami di routine, visite e prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. Questo sarebbe l'orientamento del “gruppo di lavoro” sul Patto della salute, formato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, da otto assessori regionali e da un rappresentante del ministero dell'Economia. Il gruppo sta procedendo con l'esame dei 28 articoli che andranno a comporre il nuovo Patto; documento fondamentale per le politiche sanitarie che dovrà comunque essere “approvato” dalla Conferenza Stato-Regioni. A far discutere sarà proprio l'annunciata modifica della normativa sul ticket. Si è già registrato il dissenso di alcuni Assessori regionali, altri hanno segnalato il rischio che si possano verificare fenomeni in grado di minare l'universalità del Ssn.
Anche i livelli essenziali di assistenza (Lea) dovrebbero essere rivisti entro la fine dell'anno. Solo in quel momento sarà possibile capire se Palazzo Chigi confermerà gli impegni più volte assunti sul fronte della diagnosi e della cura delle malattie rare. Solo una decisa revisione dei Lea renderà possibile le odiose discriminazioni che ancora oggi vedono coinvolti i malati rari; costretti a subire trattamenti diversi in base alla propria residenza. Il nuovo Patto della salute prevede anche 10 miliardi di investimenti da erogare nel prossimo triennio.
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