Il provvedimento è rivolto alle persone con disabilità maggiori di 14 anni, titolari di invalidità civile non inferiore al 46%. Previsto un finanziamento iniziale di due milioni di euro per i prossimi due anni. Ora tutta la rete assistenziale da riorganizzare
Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità una legge che promuove il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all'inclusione sociale di tutte le persone con disabilità. La normativa, scaricabile a questo link, prevede un finanziamento iniziale di un milione di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e tre principi fondamentali: la libertà di scelta del proprio luogo di residenza senza obbligo di vivere in una particolare sistemazione; l'accesso a una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l'assistenza personale necessaria, prevenendo il rischio di isolamento sociale; la messa a disposizione dei servizi e delle strutture sociali su base di uguaglianza con gli altri. I provvedimenti disposti dalla nuova legge sono destinati a tutte le persone con disabilità di età superiore ai 14 anni, in possesso di una certificazione di invalidità non inferiore al 46%.
A spiegare nel dettaglio il contenuto della norma è una nota stampa diffusa da Regione Lombardia, che descrive il progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, come il cardine della legge.
“Tre aggettivi che vogliono sottolineare la volontà di fare emergere e dare centralità e valore ai desideri e alle preferenze della persona con disabilità – si legge nella nota - definendo anche in base alle sue esigenze e alle caratteristiche del suo contesto di vita quello che viene spesso chiamato appunto progetto di vita. Un progetto dinamico, che deve articolarsi lungo tutto l'arco della vita della persona e riguardare gli ambiti fondamentali dell'esistenza: dall'abitare, all'occupazione e al diritto di partecipare alla vita sociale. A tale scopo, il documento regola di volta in volta le misure e gli interventi del sistema di welfare sociale individuando le risorse e le competenze necessarie a sostenere e orientare il percorso di vita della persona con disabilità. Un ruolo fondamentale in questo senso viene svolto dall'assistente personale, figura che svolge attività di assistenza personalizzata alla persona con disabilità.”
Spetterà poi al Comune di residenza predisporre il progetto di vita indipendente (che non è certo una novità assoluta, considerando la legge 162 del 1998, e la legge n. 328/00,), in collaborazione con le realtà e le Istituzioni interessate. “Alla base della redazione del progetto individuale – prosegue la nota c'è la valutazione multidimensionale intesa come primo e fondamentale momento di coprogettazione che vede coinvolta, come protagonista, la persona con disabilità con il supporto delle competenze presenti nel sistema sociale (Comuni) e sociosanitario (Asst) e di tutte le persone e realtà che possano essere utilmente coinvolte. Frutto di questa analisi multisettoriale è il budget di progetto che rappresenta la fotografia dei bisogni e dei desideri della persona, in una logica di integrazione delle risorse. Significativo, in questa direzione - evidenzia il Pirellone - il passaggio in cui si specifica che le risorse già impegnate da Regione e Comuni per il pagamento dei servizi residenziali sono rese disponibili alla persona con disabilità per realizzare il proprio progetto di vita individuale, anche in caso di percorsi al di fuori di centri istituzionali, comprese le tariffe delle unità di offerta residenziale sociosanitarie o socio-assistenziali.”
Altra grande novità promossa con la nuova legge - continua la nota - è l'attivazione dei centri per la vita indipendente: strutture sociali e professionali di supporto ai percorsi di progettazione personale e alla loro implementazione. La responsabilità e la titolarità di questi centri è attribuita funzionalmente anche in questo caso ai Comuni, in linea di massima nella forma associata dei piani di zona.
Infine, entro un anno dall'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale, in collaborazione con gli enti locali, con le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e con gli enti gestori, dovrà avviare il processo di revisione del funzionamento e finanziamento a partire dalle unità d'offerta sociosanitarie e socio-assistenziali.
La Legge è stata definita da Alessandro Fermi, presidente del Consiglio lombardo e primo firmatario del provvedimento “Una rivoluzione copernicana nell'ambito dell'assistenza alle persone con disabilità, che passa da una logica basata sull'offerta di servizi e prestazioni a una logica che individua gli interventi per il miglioramento della qualità di vita, partendo stavolta direttamente dai bisogni, dagli interessi, dalle richieste, dai desideri e dalle preferenze del singolo individuo". L'obiettivo, secondo Lombardo, è "mettere a disposizione tutte le risorse del sistema di welfare per progetti che investono non solo l'ambito specifico della cura, ma anche tutti gli altri aspetti della vita quotidiana - precisa - dall'abitazione alla mobilità, al lavoro e all'inclusione scolastica e lavorativa. Una legge che finalmente mette davvero la persona con disabilità al centro delle politiche regionali".
"La legge appena approvata - ha spiegato all’ADN Kronos il relatore del provvedimento e presidente della Commissione regionale Sanità e Politiche sociali, Emanuele Monti (Lega) - non si limita a prevedere forme di assistenza e cura dei disabili. Regione Lombardia vuole andare oltre, mettendo al centro del sistema la persona e offrendole gli strumenti adeguati per partecipare attivamente alla vita sociale della propria comunità. Una nuova legge che definisce quindi un modello pensato e scritto non per la persona con disabilità, ma 'da e con' la persona con disabilità". Aggiunge la vice presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza (Lega): "Oggi approviamo un provvedimento molto importante e fortemente voluto da tutto l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. L'obiettivo è andare a migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità, mettendo al centro la persona con particolare attenzione nei confronti delle figure più fragili e più bisognose di assistenza. Un grazie va sicuramente a Ledha che ha ispirato questo provvedimento, arricchito dai preziosissimi spunti e suggerimenti forniti dal mondo dell’associazionismo e della società civile".
"La legge che approviamo oggi è il risultato di un lungo percorso e lavoro di confronto con le associazioni del settore - evidenziano il vice presidente del Consiglio Carlo Borghetti (Pd) e il consigliere segretario Dario Violi (M5S) - e ci auguriamo che alle prime risorse messe a disposizione se ne aggiungano presto altre così da dare concretezza ai principi e agli intendimenti contenuti nel provvedimento. Fondamentale sarà poi la partnership e la sinergia tra gli attori istituzionali chiamati in causa, dalla Regione agli enti territoriali, che dovranno collaborare insieme nel miglior modo possibile perché l'attuazione degli obiettivi della legge sia non solo tempestiva, ma anche efficace".
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