Dovrebbe aiutare soprattutto i pazienti giovani ed evitare molte lungaggini burocratiche

Procede spedito il lavoro sulle nuove norme che dovrebbero permettere un allargamento dei trapianti parziali tra vivi a nuovi organi (polmone, pancreas e intestino) dopo l’approvazione alla Camera dell’8 maggio scorso. Solo dopo il Sì di questo ramo del Parlamento e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la norma diventerà effettiva, ma i tempi di esame lasciano ben sperare.

Ieri infatti la Commissione Sanità del Senato ha iniziato l’esame delle proposte di legge recanti norme per consentire tali trapianti parziali  tra persone viventi (AS. 2541 Antonio Tomassini e AS. 3291). La prima proposta, quella a prima firma di Tomassini, riguarda solo il polmone e, come il relatore Antonio Fosson (UDC-SVP-AUT) ha fatto notare “è identica alla proposta di legge n. 3291, con l'unica eccezione dell'assenza di una clausola di invarianza degli oneri finanziari”
Un dato interessante è stato portato dalla senatrice Manuela Granaiola (PD) che  ha osservato che l'Italia è all'avanguardia in Europa per quanto riguarda l'organizzazione dei trapianti ed in particolare per ciò che concerne i trapianti all'interno del SSN. Ha riferito che l'indagine condotta dal Centro nazionale trapianti, al 31 dicembre 2011, ha stabilito che “l'esistenza di una lista d'attesa per il polmone di 382 persone, 238 per il pancreas e 23 per l'intestino e che l'età media dei donatori è andata progressivamente aumentando, passando dai circa quarant'anni del 1992 ai sessantacinque anni del 2011”.
Tale dato comporta minori possibilità di trapianto per i pazienti giovani e per coloro che hanno necessità di organi che non possono essere donati in età avanzata ed per ciò che può meglio intervenire il trapianto da donatore vivente. La Granaiola ha infine ricordato che già oggi in Italia si possono realizzare trapianti da viventi, ma occorre passare dalle autorizzazioni caso per caso. Pertanto la proposta di legge n. 3291 consente di evitare le inutili lungaggini burocratiche previste da un recente decreto ministeriale, che attribuisce ad una commissione definita «terza» le autorizzazioni nei casi di trapianto fra viventi, senza peraltro indicare specificatamente il singolo organo.

 

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