Riguarderanno il 2015 ed il 2016. L'ira dei medici
I tagli lineari risparmieranno il comparto sanitario solo per il 2014. Per il 2015 ed il 2016 sono infatti previste diminuzioni del finanziamento per 540 milioni nel 2015 e 610 dal 2016. Questo è quanto prevede la versione definitiva della legge di stabilità licenziata dal Consiglio dei Ministri, disegno di legge che ha già ottenuto il semaforo verde da parte della Ragioneria generale dello Stato. Intanto, però, il testo definitivo non risulta ancora ricevuto dal Quirinale, dopo l'approvazione di martedì 15 ottobre. L'articolato, comunque, dispone che le norme per la razionalizzazione della spesa nel pubblico impiego si applichino anche al Servizio sanitario nazionale, in particolare il blocco dei contratti e dell'indennità di vacanza contrattuale.
La riduzione “è ripartita tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano secondo criteri e modalità proposti in sede di autocoordinamento” entro il 30 giugno 2014. L'Esecutivo prevede che “qualora non intervenga la proposta entro i termini predetti, la riduzione è attribuita secondo gli ordinari criteri di ripartizione del fabbisogno sanitario nazionale standard”.
I dettagli della manovra di finanza pubblica hanno causato una durissima presa di posizione da parte delle organizzazioni di categoria del personale sanitario. “La riduzione del finanziamento al Servizio Sanitario Nazionale c'è e vale 1,1 miliardi di euro. È contenuta, al netto di auspicabili modifiche del testo definitivo, nel comma 21 dell'art.11 della Legge di Stabilità. Di questo importo, 800 milioni di euro vengono recuperati dalla retribuzione accessoria dei lavoratori della sanità, prima congelata fino al 31-12-2013, adesso fino al 2014, ma con la novità della decurtazione permanente a partire dal 2015. Si tratta di un vero e proprio taglio lineare che colpisce tutto il pubblico impiego e in primo luogo i medici e gli operatori dell'SSN. Negli ospedali e nei servizi territoriali i cittadini non si curano da soli”.
Questo il testo di una nota congiunta di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici.
“Si elimina per sempre - aggiungono i due sindacalisti - la possibilità di utilizzare queste risorse per la valorizzazione professionale e la produttività a livello di contrattazione decentrata. Uno schiaffo che si aggiunge a quelli ricevuti con il blocco dei contratti, il congelamento della retribuzione individuale anche per il prossimo anno, l'inasprimento del blocco del turn over, la mancanza di risorse per i precari e l'allontanamento della liquidazione con il diritto posticipato, anche di 4 anni, dal momento in cui si lascia per maturazione dei requisiti. Ma è soprattutto un fatto che smentisce le rassicurazioni del Presidente del Consiglio Enrico Letta e di autorevoli esponenti del Governo”, rimarcano gli esponenti del più grande sindacato italiano.
“Ci batteremo con tutti gli strumenti sindacali utili, a partire dallo sciopero di 4 ore proclamato da Cgil, Cisl e Uil, affinché il Parlamento ponga fine a una stagione di accanimento contro chi è impegnato a offrire servizi di pubblica utilità. Alla ministra Beatrice Lorenzin, che parla di ulteriori 7 miliardi di risparmi, ricordiamo che già oggi la nostra spesa è sottodimensionata e che, se esistono sprechi o possibilità di recuperare risorse grazie alle nuove tecnologie, questi importi vanno utilizzati per migliorare i servizi. La Ministra lo ricorda sempre: questo è un Paese che invecchia - concludono Taranto e Cozza - e che avrà sempre più bisogno di tutelare la salute”. La nota della Cgil si riferisce alle recentissime dichiarazioni della titolare del dicastero della Salute. La deputata del Pdl punta infatti a risparmiare sette miliardi di euro con la completa digitalizzazione di ospedali e aziende sanitarie. Un progetto importante che potrà dare frutti solo nel medio periodo.
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