Malattie neurodegenerative

Le pre-proposte dovranno essere presentate entro il 2 marzo 2021

Si stima che siano 47 milioni in tutto il mondo le persone affette da malattia di Alzheimer e disturbi correlati, la classe più comune di patologie neurodegenerative. Cifra, in ogni caso, non stabile e che tende a raddoppiare con cadenza ventennale, in corrispondenza dell'invecchiamento della popolazione. Nel 2041, dunque, l’incidenza di questo tipo di malattie potrebbe andare a colpire 67 milioni di cittadini in tutto il pianeta.

Allo stato attuale l'assistenza diretta e indiretta a malati di Alzheimer, Parkinson e disturbi correlati costa all’Unione Europea una cifra compresa tra 105 e 160 miliardi di euro, che raggiungono i circa mille miliardi di dollari se la platea di assistiti viene allargata a tutto mondo. Questo soprattutto perché i trattamenti a oggi esistenti hanno effetti limitati e affrontano principalmente i sintomi anziché la causa o il decorso progressivo di questi disturbi.

Lo sviluppo di trattamenti efficaci per la maggior parte delle malattie neurodegenerative, infatti, è ostacolato dal fatto che la diagnosi, spesso, interviene in fasi tardive in cui l'integrità del tessuto nervoso è stata compromessa. I disturbi fisiologici precoci, infatti, sono in genere scarsamente caratterizzanti e, anche quando compaiono prima dei sintomi non ambigui, sono difficilmente imputati a specifiche malattie neurodegenerative. Questi disturbi precoci, che possono includere la perdita di sonno o problemi di olfatto, udito e vista, hanno il potenziale per essere utilizzati come indicatori precoci di malattia e, nella maggior parte dei casi, hanno il vantaggio di essere misurabili negli ambienti naturali della vita quotidiana. Poiché, dunque, alcuni di questi cambiamenti potrebbero rappresentare campanelli d’allarme di disfunzione del sistema nervoso, l'identificazione dei circuiti e dei percorsi molecolari interessati potrebbe rivelare obiettivi promettenti per interventi precoci e terapie efficaci per le malattie neurodegenerative.

In questo contesto, il programma congiunto dell'UE sulla ricerca sulle malattie neurodegenerative (JPND) ha annunciato un nuovo bando transnazionale congiunto – con uno stanziamento complessivo di 19 milioni di euro – che invita i team di ricerca internazionali a presentare proposte per progetti collaborativi ambiziosi, innovativi e multidisciplinari che mirano alla rilevazione, misurazione e comprensione degli indicatori precoci di malattie neurodegenerative, con potenziale per lo sviluppo di nuove diagnosi o interventi.

Il programma JPND è stato istituito per coordinare meglio gli sforzi di ricerca tra singoli Paesi e diverse discipline, per trovare più rapidamente cause, sviluppare cure e identificare modi migliori per prendersi cura delle persone con malattie neurodegenerative. La strategia di ricerca e innovazione JPND ha identificato le priorità di ricerca e ha fornito un quadro per investimenti futuri di ampio respiro.

Nello specifico di questo bando, le proposte devono concentrarsi su una o più delle seguenti patologie:
- malattia di Alzheimer e altre demenze;
- malattia di Parkinson e disturbi correlati;
- malattie da prioni: malattia di Creutzfeldt-Jakob, variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (acquisita mangiando carne contaminata da prioni), prionopatia variabile proteasi-sensibile, sindrome di Gerstmann-Sträussler-Scheinker, insonnia fatale, Kuru (acquisito tramite cannibalismo rituale);
- malattie dei motoneuroni: SLA (sclerosi laterale amiotrofica), SLP (sclerosi laterale primaria), AMP (atrofia muscolare progressiva), PBP (paralisi bulbare progressiva), paralisi pseudobulbare, SMA (atrofia muscolare spinale); 
- malattia di Huntington;
- atassia spinocerebellare.

Inoltre, le proposte devono concentrarsi su una o più delle seguenti aree di ricerca:
- dimostrare la relazione tra i primi processi neurodegenerativi e disturbi fisiologici, per esempio analizzando coorti esistenti e dati longitudinali;
- applicare metodi o tecnologie all'avanguardia per migliorare la rilevazione dei primi sintomi, per esempio stabilendo biomarcatori innovativi e aumentando la sensibilità, la specificità e / o la robustezza delle letture;
- studi sull'uomo o sugli animali per decifrare i processi derivati dalla neurodegenerazione che provocano firme precoci di malattie specifiche, per esempio a livello neuropatologico, cellulare, sinaptico, metabolico o infiammatorio. È incoraggiato l'uso di dati di coorti umane ben caratterizzati;
- utilizzo di tecnologie digitali per collegare sintomi riconoscibili a cambiamenti fisiologici associati alla neurodegenerazione, per esempio combinando dati clinici, neurofisiologici, biochimici, di imaging e psicologici;
- correlare i segni prognostici della malattia con la misurazione nella vita reale dei disturbi fisiologici utilizzando dispositivi di monitoraggio domestico e/o indossabili, inclusi sensori wireless per il monitoraggio del paziente.

Le pre-proposte dovranno essere presentate entro e non oltre le ore 15:00 CET (standard orario dell’Europa Centrale) del 2 marzo 2021. Ulteriori informazioni sono disponibili qui.

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