Londra (REGNO UNITO) - I risultati di un recente studio, pubblicato nell'edizione di luglio del Journal of Clinical Investigation, sembrano dimostrare come i bambini nati da madri affette da colestasi intraepatica della gravidanza (ICP) sviluppino la tendenza all'obesità durante la crescita e siano a rischio di malattie metaboliche in età adulta. La ICP rappresenta una rara complicazione della gravidanza che generalmente insorge durante il terzo trimestre di gestazione e che ha origine dall'interruzione del flusso della bile, un liquido prodotto dal fegato che è indispensabile per la digestione dei grassi.

Ciò comporta il versamento della stessa bile, ed in particolare dei sali biliari, all'interno della circolazione sanguigna. La malattia, che si manifesta attraverso sintomi che includono prurito persistente e ittero, può comportare anche gravi complicazioni sia per la madre che per il feto. La ICP può arrivare a colpire una donna incinta su 50, a seconda del gruppo etnico considerato. Le popolazioni in cui si verifica una maggiore incidenza della patologia sono quelle del Cile e dei Paesi scandinavi.

LO STUDIO

I ricercatori, prendendo in esame un gruppo di bambini nati in Finlandia settentrionale durante gli anni 1985 e 1986, ne hanno identificati 45 che erano stati partoriti da madri affette da ICP e che non presentavano sintomi di altre malattie come, ad esempio, il diabete.

Sebbene alla nascita non vi fossero differenze di peso tra questi 45 neonati e tra quelli che erano nati da gravidanze sane durante lo stesso periodo, è emerso che, all'età di 16 anni, i ragazzi partoriti da madri affette da ICP avevano un indice di massa corporea molto maggiore rispetto alla media (fino a 4 punti più alto), e che inoltre mostravano elevati livelli d'insulina dopo un periodo di digiuno, uno dei sintomi del diabete di tipo 2.

Nonostante gli effetti siano apparsi minori nelle adolescenti femmine, le ragazze nate da madri affette da ICP hanno mostrato misure del punto vita maggiori fino a 9 cm e misure dell'anca maggiori fino a 5 cm rispetto alle ragazze della stessa età nate da gravidanze sane.

A conferma di questi dati, i ricercatori hanno verificato che anche i cuccioli partoriti da topi la cui normale dieta era stata integrata con acido colico, un tipo di acido biliare, erano più inclini all'obesità e al diabete.

Gli esami condotti durante lo studio hanno evidenziato un aumento dei grassi e un accumulo del colesterolo in eccesso nella placenta delle madri affette da colestasi. L'ipotesi dei ricercatori è che questo squilibrio nei nutrienti forniti dalla madre possa in qualche modo compromettere l'equilibrio energetico del feto, continuando ad avere ripercussioni anche dopo la nascita del bambino e causando, in età adulta, un'alterazione del metabolismo che può dare origine a patologie come obesità e diabete.

Inoltre, procedendo mediante un ulteriore modello di topo alimentato con sali biliari durante la gravidanza, gli scienziati hanno potuto rilevare segni di modificazioni chimiche nel DNA della prole, ossia segni di cambiamenti epigenetici.

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