Un recente studio pubblicato su JAMA nega la correlazione tra vaccini e sclerosi multipla
Negli ultimi tempi si discute molto sull’ipotetica pericolosità dei vaccini il cui uso è, sempre più di frequente, messo in correlazione con l’insorgenza di alcune patologie, come la Sclerosi Multipla (SM) o altre sindromi demielinizzanti acquisite del sistema nervoso centrale (SNC ADS).
E’ così che un gruppo di studiosi americani ha deciso, e portato a termine, uno studio volto a determinare se i vaccini, in particolare quelli per l’Epatite B (HepB) e il Papillomavirus Umano (HPV), aumentano il rischio di SM o altri ADS SNC.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista JAMA Neurology, indicherebbero però che non esiste alcun collegamento tra qualsiasi vaccino – anche per l’epatite B e HPV – e un aumento del rischio di Sclerosi Multipla o malattie correlate, almeno per un massimo di tre anni dopo la vaccinazione.
Gli studiosi, guidati da Annette Langer-Gould, hanno realizzato uno studio caso-controllo, analizzando i dati di 780 pazienti affetti da sclerosi multipla o patologie correlate e confrontandoli con quelli di più di 3.800 pazienti sani.
Tra i pazienti di età inferiore ai 50, i ricercatori hanno riscontrato un aumento del rischio di insorgenza di sclerosi multipla e malattie correlate nei primi 30 giorni dopo la vaccinazione, ma tale associazione scompare dopo 30 giorni.
“I nostri dati” hanno scritto gli autori “non indicano alcun nesso di causalità tra i vaccini attuali e il rischio di SM o malattie correlate. Pertanto i risultati del nostro studio non autorizzano alcun cambiamento nelle politiche vaccinali".
Questi dati suggeriscono, d’altra parte, che la vaccinazione potrebbe accelerare la comparsa dei sintomi in persone che sono già affette da sclerosi multipla o altre sindromi (SNC ADS) , ma nelle quali i sintomi non si sono ancora manifestati.
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