Basilea – Novartis ha annunciato oggi la recentissima divulgazione di nuovi dati provenienti dallo studio testa a testa CLEAR, i quali dimostrano che secukinumab è superiore a ustekinumab nell’ottenimento di una cute esente o quasi esente da lesioni (risposta PASI 90) mantenuto per 52 settimane negli adulti affetti da psoriasi da moderata a severa. Questi risultati sono stati presentati per la prima volta al congresso annuale dell’American Academy of Dermatology (AAD), tenutosi a Washington, DC.

Secukinumab – il primo inibitore interamente umano dell’interleuchina-17A (IL-17A) approvato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa negli adulti – è stato recentemente approvato in Europa e negli Stati Uniti anche per il trattamento dell’artrite psoriasica e della spondilite anchilosante.

“Secukinumab continua a dimostrare un’efficacia mantenuta nel tempo e superiore rispetto ai farmaci biologici attualmente disponibili e, per i pazienti adulti affetti da psoriasi da moderata a severa, rappresenta una comprovata opzione terapeutica di prima linea”, ha dichiarato Vasant Narasimhan, Global Head, Drug Development e Chief Medical Officer, Novartis. “Secukinumab ha il potenziale per offrire il beneficio di una cute esente da lesioni di lunga durata a un numero maggiore di persone affette da psoriasi”.

Lo scopo ultimo del trattamento della psoriasi è una cute libera da lesioni, e la risposta Psoriasis Area Severity Index (PASI) 90 viene considerata un importante parametro di misurazione del successo del trattamento. Avendo raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari alle settimane 4, 16 e 52, secukinumab ha dimostrato di essere costantemente superiore a ustekinumab nel raggiungere e mantenere una risposta PASI 90 (76,2% vs 60,6%; p <0,0001) e di essere significativamente migliore nel raggiungimento della risposta PASI 100 (cute libera da lesioni) (45,9% vs 35,8%; p = 0,0103) a 52 settimane. Secukinumab ha anche dimostrato di ottenere risposte significativamente migliori e più durature rispetto a ustekinumab per quanto riguarda il punteggio Dermatology Life Quality Index (DLQI) 0/1 (71,6% vs 59,2%; p = 0,0008).

Lo studio ha anche dimostrato una maggiore rapidità di secukinumab rispetto a ustekinumab, con la metà dei pazienti trattati con secukinumab che hanno raggiunto una risposta PASI 75 già alla settimana 4 (50,0% vs 20,6%, p <0,0001). Nel corso dello studio, secukinumab ha dimostrato un profilo di sicurezza simile a quello di ustekinumab, in linea con quanto riportato negli studi registrativi di Fase III condotti con secukinumab.

La psoriasi – di cui soffrono circa 125 milioni di persone nel mondo – è una malattia cronica della pelle che provoca prurito, desquamazione, dolore e che può avere un significativo impatto sul benessere fisico e psicologico. Ciò nonostante, fino al 50% dei pazienti non riceve alcun trattamento e molti di quelli che invece lo ricevono (52%) sono insoddisfatti della gestione della malattia.

La psoriasi è una diffusa malattia autoimmune non contagiosa, che colpisce fino al 3% della popolazione mondiale. La psoriasi a placche – la forma più comune di questa patologia – appare sotto forma di placche rosse in rilievo, coperte da uno strato bianco/argenteo di cellule cutanee morte. La psoriasi non è semplicemente un problema estetico, ma una malattia cronica, persistente e a volte invalidante, che può compromettere anche gli aspetti apparentemente meno importanti della vita quotidiana delle persone. Fino al 30% dei pazienti affetti da psoriasi sviluppa artrite psoriasica, una patologia che colpisce anche le articolazioni, causando sintomi debilitanti inclusi dolore, rigidità e danno articolare irreversibile. La psoriasi è anche associata ad altre malattie gravi, come il diabete, le patologie cardiache e la depressione.

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