Secondo i risultati provvisori di uno studio di fase 2, la solitromicina è risultata efficace e sicura nei pazienti con steatoepatite non alcolica (NASH) dopo 90 giorni di trattamento.

La steatoepatite non alcolica si verifica in circa il 10%-20% dei pazienti con steatosi epatica non alcolica (NAFLD). NASH è una forma progressiva di NAFLD in cui l'accumulo eccessivo di grasso (steatosi) coesiste con il danno delle cellule del fegato, infiammazione e fibrosi, che alla fine porta a cirrosi e cancro del fegato in un sottogruppo di pazienti.

La NASH colpisce tra il 2% e il 5% della popolazione degli Stati Uniti e non ci sono terapie approvate per questa condizione. In assenza di trattamento realmente funzionanti, i medici raccomandano spesso una combinazione di dieta ed esercizio fisico.
Nel paziente il problema nasce dalla NAFLD, che colpisce un quarto della popolazione, ma spesso progredisce verso la forma più grave che è la NASH in cui si verificano infiammazione o rigonfiamento cellulare, o apoptosi.

La NASH può portare a fibrosi epatica, cirrosi o tumore primario del fegato. Esiste quindi un bisogno urgente di terapie.
 
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