CDGEMM, acronimo di Celiac Disease Genomic Environmental Microbiome and Metabolomic Study, è il nome di un nuovo progetto di ricerca a lungo termine sulla celiachia, lanciato negli Stati Uniti dal Center for Celiac Research del MassGeneral Hospital for Children di Boston e dal Celiac Program dell'Harvard University Medical School. A questo ambizioso studio internazionale, in cui i bambini soggetti a rischio genetico di malattia celiaca verranno seguiti dal momento della nascita fino al raggiungimento dei 5 anni d'età, parteciperanno diversi centri ospedalieri e istituti scientifici italiani.

La celiachia è una patologia cronica immunomediata dell'intestino tenue. Il disturbo è causato dalla reazione del sistema immunitario dell'organismo nei confronti della gliadina, proteina del glutine presente nel grano e in altri cereali. Si stima che, negli Stati Uniti e in Europa, la malattia colpisca l'1% della popolazione, provocando sintomi che generalmente includono diarrea cronica, dolori e gonfiori addominali, astenia e ritardo della crescita nei bambini.

Il progetto GDGEMM consiste in un'ampia indagine osservazionale che mira a identificare i diversi fattori che contribuiscono allo sviluppo della celiachia, con l'obiettivo ultimo di elaborare strategie che siano potenzialmente efficaci per la prevenzione e la diagnosi precoce della malattia. Lo studio verrà condotto su un campione esteso di neonati aventi almeno un parente celiaco di primo grado. Diverse equipe di specialisti saranno impegnate a caratterizzare il profilo genetico, microbiomico e metabolomico di questi bambini e ad indagare il contesto ambientale e la storia medica di ognuno di loro. Successivamente, i dati raccolti verranno incrociati allo scopo di poter individuare i fattori che risultano avere un ruolo chiave nell'insorgenza della celiachia.

Il progetto GDGEMM verrà portato avanti negli Stati Uniti e in Italia. Nel nostro Paese, lo studio sarà coordinato dall’Istituto EBRIS di Salerno (European Biomedical Research Institute of Salerno) e si svolgerà presso l'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, con la supervisione del dott. Luca Elli, e presso il Policlinico Umberto I di Roma, sotto la direzione del prof. Salvatore Cucchiara e del dott. Francesco Valitutti. Parteciperanno alla ricerca anche altri centri ospedalieri italiani, tra cui il Policlinico di Bari e l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno (U.O. di Pediatria del Polo di Cava de’ Tirreni).

“Gli eventi che avvengono nel nostro intestino producono elementi che sono chiamati metaboliti, che differiscono da persona a persona e dipendono dai geni, dalla composizione del microbioma e dalla scelta del cibo”, spiegano i ricercatori Giovanni Scala e Jacopo Troisi, coinvolti nella parte metabolomica dello studio. “L'insieme dei metaboliti prodotti da un determinato soggetto viene chiamato metaboloma. Il nostro compito è quello di fotografare i metabolomi di diversi bambini, individuandone i cambiamenti e monitorandoli per la celiachia. In tal modo, potremo classificare specifici profili metabolomici, utilizzandoli come modelli predittivi dello sviluppo della malattia”.

“Speriamo che i nostri risultati consentano l'identificazione di biomarcatori microbici della celiachia che possano permettere, in futuro, interventi terapeutici preventivi”, ha dichiarato il dottor Basilio Malamisura, direttore del Centro di Riferimento Regionale della Celiachia dell’Ospedale di Cava de’ Tirreni.

Per informazioni dettagliate sullo studio GDGEMM e sulle modalità di partecipazione è possibile visitare il sito web dedicato, sviluppato in lingua inglese e italiana.

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