Un anticorpo attualmente utilizzato per il trattamento di alcune malattie della pelle sembra aver ridotto gli effetti debilitanti della malattia di Crohn.
Si tratta di Ustekinumab, farmaco testato dai ricercatori dell’Università della California in uno studio che ha coinvolto più di 500 pazienti. La ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, dimostrerebbe che il farmaco è in grado di aumentare la risposta clinica e la remissione della malattia nei pazienti affetti da morbo di Crohn in forme moderata e grave.
La malattia di Crohn è una patologia cronica autoimmune per la quale attualmente non esiste una terapia risolutiva. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualunque parte del tratto gastrointestinale, provocando una vasta gamma di sintomi che possono essere anche altamente debilitanti per il paziente.
La terapia più diffusa per questa patologia è la somministrazione di inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF), che però non hanno effetto per circa un terzo dei pazienti, e per un altro terzo inducono solo effetti temporanei.
La sperimentazione si è dunque rivolta a soggetti precedentemente trattati con inibitori di TNF senza risultato. I pazienti, una volta randomizzati, sono stati trattati per 36 settimane con ustekinumab (una dose sottocutanea ogni otto settimane). Durante la fase di mantenimento i 145 pazienti che hanno risposto positivamente al farmaco sono stati ulteriormente randomizzati e hanno proseguito la terapia per un altro periodo.
La terapia di mantenimento, rispetto al placebo, ha determinato tassi significativamente più elevati di remissione clinica e di risposta.
Per quanto riguarda le reazioni avverse sono sette i pazienti ad aver contratto infezioni gravi e un paziente ha sviluppato una forma di carcinoma a cellule basali.
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