Paola Binetti (Udc) presenta una proposta di legge per la diagnosi precoce. In Italia circa circa 10.000 nuove diagnosi all'anno
La Camera dei deputati ha iniziato la discussione di alcune mozioni riguardanti la celiachia, l'alimentazione delle persone affette da questo problema e la sua diagnosi. Gli atti parlamentari, depositati da quasi tutti i gruppi presenti a Montecitorio, puntano il dito sulla prossima applicazione del regolamento Ue 609 del 2013, articolato che potrebbe avere effetti negativi sulla popolazione affetta da questo problema.
Come ha fatto rilevare l'Associazione italiana celiachia, “Anche se gli intenti espressi nelle premesse del nuovo regolamento sono quelli di mantenere le stesse condizioni garantite dal regolamento (CE) n.?41/2009 e una corretta informazione al consumatore, in particolare sulla differenza tra alimenti di consumo corrente, «per tutti», senza glutine, e gli alimenti appositamente formulati per i celiaci, le garanzie per i celiaci di un corretto trasferimento restano comunque vaghe”.
Insomma, la nuova normativa in materia di etichettatura non offre adeguate garanzie, né ai pazienti né alle aziende specializzate.
“La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine ed è riconosciuta come malattia sociale – si legge nel documento firmato dai deputati Pd - Disturbo che richiede, come unica forma di terapia specifica, l'eliminazione totale del glutine dalla dieta di chi ne è affetto. Tale malattia consiste in un'intolleranza permanente alla gliadina, componente del glutine, che costituisce un insieme di proteine molto diffuso, contenuto nel frumento, nell'orzo, nella segale, nel farro, nel kamut e in altri cereali minori. Pertanto, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a contaminazione devono essere considerati tossici per i pazienti affetti da questa malattia”.
“La celiachia è un'autentica malattia sociale, di cui non c'è ancora piena consapevolezza, nonostante colpisca realmente oltre mezzo milioni di italiani”, ha rimarcato nel corso dell'illustrazione della mozione del Pdl nell'aula della Camera, Pietro Laffranco, primo firmatario del documento. “È necessaria dunque una maggiore cognizione di questa autentica patologia e non una mera condizione alimentare - ha aggiunto il deputato umbro - la cui unica terapia è la totale e permanente esclusione del glutine dalla dieta. Per questo il Governo deve continuare ad impegnarsi in sede comunitaria, dove spesso si bada più al business che ai profili sociali delle problematiche, vigilando affinché l'inserimento dei prodotti senza glutine nel Food Information to Customers assicuri pienamente i diritti dei celiaci”.
“Altrettanto essenziale - ha continuato Laffranco - è che, a seguito dell'assenza di tagli alla sanità nella legge di stabilità, il governo spinga le Regioni a mantenere la esenzione del ticket diagnostico fondamentale per un accertamento precoce della malattia. Sarebbero inoltre opportuni - ha concluso il deputato del centrodestra - interventi per promuovere percorsi formativi per il personale sanitario, la concretizzazione del diritto al pasto senza glutine nelle mense pubbliche, un'attenta vigilanza sui messaggi pubblicitari relativi ai prodotti dietoterapeutici e, soprattutto, piena attenzione alla questione dei prezzi dei prodotti per celiaci, introducendo la possibilità per i malati di celiachia di spendere il buono fornito dalle Regioni anche fuori dalle farmacie, ossia ove i prezzi sono più bassi”.
Altre mozioni impegnano Palazzo Chigi a studiare nuove formule in grado di coniugare il contenimento della spesa con la qualità del servizio erogato dal Sistema sanitario nazionale. Un documento, ad esempio, rimarca le difficoltà dei celiaci coinvolti in attività sportive agonistiche o i pazienti costretti a stare lontano dalla propria residenza per lunghi periodi, condizioni che rende particolarmente gravoso – se non impossibile – l'approvvigionamento delle pietanze prive di glutine garantite dalle Asl.
“Ogni anno sono effettuate circa 10.000 nuove diagnosi di celiachia”, ha spiegato la deputata Udc Paola Binetti. “L'ultima legge concernente lo svolgimento di indagini diagnostiche per l'accertamento della celiachia, nei bambini di età compresa tra sei e dieci anni, è del 2005: oggi è ormai necessario procedere con delle modifiche. A tal proposito, a marzo 2013, ho depositato una proposta di legge a mia prima firma”, ha dichiarato la parlamentare centrista. “La mia proposta consta di soli due articoli: l'articolo 1, prevede l'obbligo di effettuare nella scuola primaria, la diagnosi precoce, nei bambini di età compresa tra sei e dieci anni, mediante test diagnostici. L'articolo 2 assicura che tale obbligo sia adempiuto dall'azienda sanitaria locale. Discuterla diventa, ogni giorno di più, una necessità sempre più urgente”.
Seguici sui Social