Recentemente è stata realizzata una revisione sistematica della letteratura che ha portato a ridefinire il concetto di dolore neuropatico. I risultati ottenuti dalla revisione, condotta dall’Associazione Internazionale per lo studio del dolore, ha definito il dolore neuropatico come “il dolore causato da una lesione o disturbo del sistema somatosensoriale”.
La revisione, pubblicata dalla Mayo Foundation for Medical Education and Research, ha fatto anche il punto della situazione sui trattamenti oggi disponibili per i soggetti affetti da questa patologia ovvero: terapie farmacologiche, non farmacologiche e interventistiche.
Da tale revisione emerge un dato interessante: il dolore neuropatico va attentamente valutato nel singolo paziente. La prima linea di trattamento, come da linee guida, include l’utilizzo di antidepressivi o anticonvulsivanti. Nel caso in cui la terapia farmacologica non abbia effetto, però, come nel caso dei soggetti refrattari, allora si passa a trattamenti non farmacologici ed in alcuni casi a tecniche interventistiche (blocco spinale, stimolazione del midollo, medicazione intratecale e interventi neurochirurgici).
Ma questi interventi sono davvero efficaci? Le evidenze sono ancora scarse e sembrerebbe che non più del 40-60% dei pazienti ottenga un sollievo (anche solo parziale) dal dolore.
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