I metalli tenderebbero ad accumularsi nel cervello, danneggiando i neuroni

USA – La relazione tra l’insorgenza dell’Alzheimer e l’accumulo dei metalli nel cervello potrebbe essere più che una mera ipotesi. Dopo l’accusa nei confronti del rame, di cui vi abbiamo parlato la settimana scorsa, ora i riflettori sono puntati sul ferro.
Anche il ferro è un metallo naturalmente presente in molti cibi ed è necessario per la corretta produzione dell’emoglobina e di altri enzimi e proteine. Secondo lo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Los Angeles (UCLA) sembra però che le regioni neurali danneggiate dei pazienti affetti da Alzheimer siano sovraccariche di questo metallo.


I ricercatori americani guidati dal Dott. George Bartzokis hanno appurato, infatti, grazie alla risonanza magnetica che il ferro tende ad accumularsi nell'ippocampo, in presenza della malattia, e non in altre aree del cervello. L’ippocampo è la regione collegata alla memoria e all'apprendimento e i livelli di ferro registrati sembrano essere direttamente connessi alla gravità della patologia.
Secondo questo studio dunque il ferro assunto attraverso l’alimentazione potrebbe accelerare il progresso della malattia.

Anche in questo caso dunque la cautela è d’obbligo: il ferro infatti è essenziale per il corpo umano, ma non deve essere assunto in eccesso.
Per tutelarsi dal rischio di Alzheimer quello che possiamo sicuramente fare è scegliere uno stile di vita sano: attività fisica, alimentazione varia e povera in grassi, niente alcol.

Lo studio in questione è pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease.

 

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