L’uso di sangue derivante da due cordoni serve a superare il problema delle poche cellule presenti
Negli ultimi anni le staminali provenienti da cordone ombelicale sono state usate sempre più spesso per il trapianto in soggetti affetti da malattia ematologiche di vario tipo, tra cui alcune forme di leucemia. I vantaggi del sangue cordonale, infatti, sono molteplici e comportano una maggiore velocità nella disponibilità delle cellule e la necessità di un grado più basso di compatibilità con il donatore. Per la prima volta questa tecnica è stata usata nel 1988 su un paziente affetto da Anemia di Fanconi. Da allora ne sono stati effettuati più di 20 mila soprattutto su bambini. Per gli adulti occorreva infatti superare il problema dovuto alla presenza, per ogni unità di sangue cordonale, di poche cellule. Tra i vari sistemi che sono stati sperimentati per superare questo limite c’è quello del ‘doppio trapianto’ o meglio sarebbe dire co infusine di due unità di sangue cordonale (dUCBT).
Proprio su questa tecnica fa il punto un articolo, firmato dalla professoressa Anastasia Sideri dell’Hygeia Hospital di Atene, sulla prestigiosa rivista scientifica Haematologica.
Dal 2005 - si legge nell’articolo - il numero di pazienti adulti che ricevono il doppio trapianto di sangue cordonale ha superato il numero di adulti trapiantati con singole unità, dato dimostrato dal registro Eurocord.
Dallo studio degli outcome di questi trapianti e da ulteriori studi clinici effettuati risulta che il tasso di attecchimento nei due diversi procedimenti è paragonabile. Vi sono inoltre dati che suggeriscono una migliore sopravvivenza libera da leucemia per i pazienti affetti da leucemia sottoposti a dUCBT in remissione al momento della trapianto.
Per contro in chi viene sottoposto a questo procedimento vi è una maggiore incidenza maggiore di reazione contro l’ospite (GVHD) acuta. Nella maggior parte dei pazienti sottoposti a trapianto di doppio cordone ombelicale si verifica un chimerismo transitorio del sangue a causa della presenza di cellule da due donatori ma si verifica poi, precocemente, il predominio di una unità. In genere a 21 giorni dal doppio trapianto nell’80 per cento dei pazienti si è verificato il predominio di una singola unità anche se sono stati riportati casi in cui questo avviene già al 14esimo giorno.
Al momento non è chiaro quali parametri influenzino la velocità con cui si afferma la dominanza, anche se ci sono dati che suggeriscono che vi sia implicato il tipo di regime di condizionamento a cui viene sottoposto il paziente. Al momento non si sa nemmeno come prevedere quale delle due sarà dominante, e su questo saranno fatti ulteriori studi poiché questa conoscenza sarebbe particolarmente importante soprattutto per il trattamenti di pazienti leucemici.
Seguici sui Social