Secondo uno studio dello UK National Cancer Research Institute AML Working Group, appena pubblicato sul New England Journal of Medicine, la presenza di malattia minima residua è un fattore predittivo di recidiva nei pazienti che hanno una leucemia mieloide acuta con NMP1 mutato ed è superiore ai marcatori genetici molecolari attualmente impiegati per stabilire se questi pazienti dovrebbero essere presi in considerazione per il trapianto di cellule staminali oppure no.
Dopo 3 anni di follow up, i pazienti che avevano ancora malattia minima residua dopo il secondo ciclo di chemioterapia sono risultati a rischio di recidiva significativamente maggiore rispetto a quelli senza malattia minima residua (82% contro 30%; HR univariato 4,80; P < 0,001) e hanno mostrato un tasso di sopravvivenza significativamente più basso (24% contro 75%; HR univariato, 4,38; P < 0,001).
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