Un gruppo di ricercatori della National University of Singapore (NUS) ha recentemente diretto un ampio studio internazionale in cui è stato arruolato un campione di 222 pazienti affetti da leucemia promielocitica acuta (APL), un particolare sottotipo di leucemia mieloide acuta (AML). L'indagine, pubblicata sulla rivista Leukemia, è stata condotta allo scopo di caratterizzare il profilo molecolare di questa rara neoplasia ematologica, portando alla scoperta di nuove mutazioni genetiche associate alla condizione.

La leucemia promielocitica acuta (APL) è un tumore del sangue contraddistinto da un accumulo abnorme di globuli bianchi immaturi, chiamati promielociti. La malattia è dovuta a un'alterazione cromosomica che conduce alla fusione di due geni, RARA e PML. Questo tipo di anomalia causa la produzione di una forma difettosa del 'recettore alfa dell'acido retinoico' (RAR-alfa), che a sua volta finisce per compromettere il processo di maturazione dei promielociti.

Sebbene la maggior parte dei pazienti con APL risponda positivamente a terapia con acido all-trans retinoico (ATRA) e triossido d'arsenico (ATO), in alcuni soggetti si manifesta una ricaduta della malattia susseguente al trattamento, un aspetto che sembra suggerire l'ipotesi che nello sviluppo della APL possano entrare in gioco altri fattori genetici rispetto alla ben nota fusione PML-RARA.

Per questo motivo, i ricercatori della NUS hanno deciso di includere nel loro studio sia gli individui con nuova diagnosi di leucemia promielocitica acuta, sia quelli colpiti da una ricaduta della malattia dopo essere stati sottoposti a trattamento con ATRA o ATO. Nel primo gruppo di pazienti sono state riscontrate frequenti mutazioni nei geni FLT3, WT1, NRAS e KRAS, mentre non si sono evidenziate alterazioni genetiche di solito associate a leucemia mieloide. Al contrario, nei soggetti con APL recidivante è stato possibile rilevare specifiche mutazioni relative ai geni RARA e PML.

Inoltre, lo studio ha portato all'identificazione di alcune mutazioni che finora non erano mai state poste in correlazione con la leucemia promielocitica acuta. Tali mutazioni sono state riscontrate nei geni ARID1A e ARID1B, componenti chiave del complesso SWI/SNF che partecipa al processo di rimodellamento della cromatina. Per cercare di comprendere meglio il ruolo di questi due geni nello sviluppo della APL, i ricercatori hanno condotto esperimenti in vitro su cellule NB4 della leucemia promielocitica umana. Gli scienziati hanno potuto notare che, una volta soppresso il gene ARID1B, le cellule mostravano una ridotta capacità di maturazione e differenziazione.

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