Roma – La ricerca clinica ha finalmente individuato un potenziale biomarcatore in grado di individuare le forme più aggressive dei tumori testa-collo. Lo annuncia un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, guidato da Giovanni Blandino, in uno studio pubblicato su Oncotarget. Lo studio ha individuato un complesso oncogenetico chiave, costituito dalla proteina p53 e il fattore E2F4, che impedisce la ricucitura del DNA danneggiato da parte delle proteine RAD17 e BRCA1.

P53 è una proteina ad attività oncosoppressoria, ovvero controlla che le fasi di duplicazione delle cellule avvengano correttamente, in modo da mantenere integra l'informazione genica. Nel caso ci siano danni al DNA, p53 blocca la divisione cellulare e attiva dei complessi proteici deputati al riparo del danno, oppure programma l'eliminazione della cellula. La proteina p53 risultata mutata in circa il 50 per cento di tutti i tumori umani e spesso è responsabile dell'invasività, del grado di aggressività, dell'alta instabilità genomica del tumore e del tipo di prognosi del paziente.

Il meccanismo descritto è stato confermato in una casistica di pazienti dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena con tumori testa-collo: i campioni di tumore che presentavano il gene p53 mutato, correlavano con una bassa espressione di RAD17 e BRCA1, e i pazienti con il gene p53 mutato e bassa espressione di RAD17 e BRCA1 avevano caratteristiche cliniche associate ad un tumore di tipo aggressivo. Seguendo poi il loro follow-up, sono risultati avere una bassa sopravvivenza. La scoperta potrebbe rappresentare  quindi un interessante metodica per diagnosticare tempestivamente le neoplasie più aggressive.

Con il termine “tumori della testa e del collo” si intende il cancro che colpisce la bocca, la lingua, le gengive, la faringe, la laringe, il naso, i seni paranasali e le ghiandole salivari. L’organo che viene colpito più frequentemente è la laringe, seguito da cavo orale e faringe. All’interno di ogni singolo organo è importante conoscere accuratamente la localizzazione precisa del tumore (ad esempio: la faringe si divide in rinofaringe, orofaringe o ipofaringe) per capire la gravità della malattia. La definizione della terapia più corretta viene decisa da un gruppo di medici esperti in diverse specialità, che includono il chirurgo otorinolaringoiatra, il radioterapista e  l’oncologo.

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