I ricercatori del Moffitt Cancer Center (Florida, USA) hanno diretto uno studio clinico di Fase II per valutare la sicurezza e l'efficacia dell'impiego combinato dei farmaci lenalidomide e rituximab nel trattamento di pazienti affetti da linfoma a cellule mantellari (MCL), un raro tumore maligno non-Hodgkin che colpisce i linfociti B in una regione dei linfonodi definita 'zona mantellare'. In base ai risultati della sperimentazione, pubblicati sul New England Journal of Medicine, la terapia è stata in grado di produrre risposte positive e durature nella maggior dei partecipanti.

Nello studio sono stati arruolati 38 pazienti affetti da MCL non precedentemente trattato, i quali hanno inizialmente ricevuto lenalidomide e rituximab per circa 1 anno e, in seguito, sono stati sottoposti a terapia di mantenimento a basso dosaggio per un ulteriore periodo di massimo 3 anni.

Secondo quanto riportato, il 92% dei pazienti ha risposto favorevolmente al trattamento e il 64% ha ottenuto un risposta positiva completa. La terapia combinata si è dimostrata efficace anche a lungo termine, con un tasso di sopravvivenza libera da progressione dell'85% dopo 2 anni.

Dal punto di vista della sicurezza, i principali eventi avversi correlati al trattamento sono stati: riduzione dei livelli di neutrofili (50% dei partecipanti) e di piastrine (13%), anemia (11%), rash (29%), 'flare tumorale' (11%), polmonite (8%) e affaticamento (8%).

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