La dr.ssa Lucia Mangone, presidente AIRTUM: “La sopravvivenza a 5 anni è del 58%, una percentuale che riflette l'aggressività di questo tumore”
REGGIO EMILIA – Duecentoquaranta nuove diagnosi l'anno. C'è ancora tanto da scoprire sul carcinoma a cellule di Merkel, ma un punto di partenza sono i dati che riguardano l'epidemiologia in Italia. A fornirli è la dr.ssa Lucia Mangone, presidente AIRTUM (Associazione italiana dei registri tumori): “La prevalenza stimata per il 2016 è di 1.400 casi, perlopiù anziani, sopra i 65 anni”.
Questo raro tumore della pelle può essere causato da un virus (il Merkel poliomavirus) o indotto dai raggi UV assorbiti nel corso di una forte esposizione al sole non protetta. Inquadrare meglio la patologia è proprio l'obiettivo di uno studio promosso da CREA Sanità, che ha riunito epidemiologi, anatomopatologi e clinici con un interesse particolare per il carcinoma di Merkel.
“Ritengo che non ci sia abbastanza attenzione per questo raro tumore. Occorre sensibilizzare gli oncologi e i dermatologi: in alcuni centri può capitare anche un solo caso all'anno, per cui è essenziale adottare un approccio multidisciplinare e confrontarsi con diversi specialisti. Dovremo capire se i casi sono in aumento o in calo, quali sono le categorie a rischio, quale sia l'incidenza nelle diverse regioni italiane e se ci siano delle differenze regionali nella diagnosi e nella terapia”, prosegue la dr.ssa Mangone.
Un altro dato interessante fornito dall'AIRTUM è la sopravvivenza a 5 anni, che per il carcinoma a cellule di Merkel è del 58%. “Una percentuale che riflette l'aggressività di questo tumore, specialmente se confrontato con altre neoplasie: la sopravvivenza a 5 anni del tumore al colon è del 64%, quello del tumore alla mammella dell'87%, quello della tiroide del 96%. I motivi di questo dato così negativo sono una diagnosi tardiva e l'assenza di trattamenti efficaci”.
Il comitato promosso da CREA Sanità, riunitosi per la prima volta lo scorso dicembre, nei prossimi mesi lavorerà per approfondire i dati epidemiologici e per realizzare dei percorsi terapeutici specifici. “È importante – conclude l'oncologa – accendere una lampadina su questa patologia un po' dimenticata, a paragone di altre che recentemente hanno destato l'attenzione degli studiosi, come ad esempio i tumori della pelle e in particolare il melanoma”.
Leggi anche l'articolo "Carcinoma a cellule di Merkel: un tumore della pelle raro e aggressivo".
Seguici sui Social