Il vantaggio è stato però parzialmente controbilanciato da una mortalità legata alla terapia di induzione significativamente più alta

KIEL (GERMANIA) – La terapia di induzione per la leucemia linfoblastica acuta pediatrica comprende tradizionalmente il prednisone; eppure il desametasone può avere una maggiore potenza antileucemica, che porta a un minor numero di ricadute e a un miglioramento nella sopravvivenza.

Dopo una pre-fase di 7 giorni con prednisone, 3.720 pazienti sono stati arruolati nel trial ALL 2000, condotto in collaborazione fra l'AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) e il gruppo BFM (Berlino-Francoforte-Münster). I risultati dello studio italo-tedesco sono stati pubblicati sulla rivista Blood.
I pazienti, fra il 2000 e il 2006, sono stati selezionati in modo casuale a ricevere desametasone (10 mg per metro quadrato di superficie corporea al giorno) o prednisone (60 mg per metro quadrato al giorno) per 3 settimane, più una riduzione graduale nella fase di induzione.

L'incidenza cumulativa delle recidive a 5 anni era del 10,8% nel gruppo desametasone e del 15,6% nel gruppo prednisone, un fatto che mostra un effetto maggiore sulle ricadute extramidollari. Il vantaggio del desametasone è stato parzialmente controbilanciato da una mortalità legata alla terapia di induzione significativamente più alto (2,5% contro 0,9%), con conseguenti tassi di sopravvivenza libera da eventi a 5 anni dell'83,9% per il desametasone e dell'80,8% per il prednisone. Nessuna differenza è stata osservata nella sopravvivenza globale a 5 anni nella coorte totale (desametasone 90,3%, prednisone 90,5%).

Le analisi retrospettive di sottogruppi predefiniti hanno rivelato un significativo vantaggio di sopravvivenza a favore del desametasone solo per i pazienti con leucemia linfoblastica acuta a cellule T e buona risposta alla pre-fase con prednisone (desametasone 91,4%, prednisone 82,6%).

Inoltre, nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B e buona risposta alla pre-fase con prednisone, la sopravvivenza dopo una recidiva è risultata essere significativamente peggiore se i pazienti erano stati precedentemente assegnati al gruppo trattato con desametasone.

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