Cetuximab e bevacizumab, aggiunti al regime di chemioterapia, hanno entrambi dimostrato di migliorare gli esiti nei pazienti con carcinoma metastatico colorettale. Tuttavia la loro efficacia, se associati in prima linea a fluorouracil, acido folinico e irinotecan (FOLFIRI), era finora sconosciuta. Una ricerca tedesca ha voluto confrontare questi agenti in pazienti con carcinoma colorettale metastatico, scoprendo che l’associazione con il cetuximab è preferibile a quella con il bevacizumab.
Il metodo adottato in questo studio (in aperto e randomizzato) prevedeva di reclutare da alcuni centri in Germania e Austria pazienti di età compresa tra 18 e 75 anni, con tumore colorettale di IV stadio istologicamente confermato, un’aspettativa di vita superiore ai tre mesi e un’adeguata funzione d’organo.
I pazienti sono stati scelti in modo casuale, associati al FOLFIRI più cetuximab o al FOLFIRI più bevacizumab, e successivamente stratificati secondo il numero di siti metastatici, la conta dei globuli bianchi, la concentrazione della fosfatasi alcalina e l’ECOG performance status (l’indice di qualità della vita proposto dall’Eastern Cooperative Oncology Group). Lo studio ha completato la fase di reclutamento, ma il follow-up dei partecipanti è tuttora in corso.
I primi risultati, tuttavia, ci sono già: tra il 23 gennaio 2007 e il 19 settembre 2012, 592 pazienti con carcinoma colorettale metastatico hanno ricevuto il trattamento (297 nel gruppo FOLFIRI più cetuximab e 295 nel gruppo FOLFIRI più bevacizumab). 184 pazienti nel gruppo cetuximab hanno raggiunto un tasso di risposta obiettiva rispetto ai 171 del gruppo bevacizumab. La sopravvivenza media libera da progressione è stata di 10 mesi nel gruppo cetuximab e di 10,3 mesi nel gruppo bevacizumab; tuttavia la sopravvivenza media globale è stata di 28,7 mesi nel gruppo cetuximab rispetto ai 25 mesi del gruppo bevacizumab.
I profili di sicurezza sono stati coerenti con gli effetti indesiderati già noti dei farmaci sotto esame. I più comuni eventi avversi (di grado 3 o peggiori) in entrambi i gruppi di trattamento sono stati ematotossicità (73 su 297 pazienti [il 25%] nel gruppo cetuximab contro 62 su 295 pazienti [il 21%] nel gruppo bevacizumab), reazioni cutanee (77 [il 26%] contro 6 [il 2%]) e diarrea (34 [l’11%] contro 40 [il 14%]).
Sebbene la proporzione di pazienti che hanno raggiunto una risposta oggettiva non sia significativamente diversa tra il gruppo FOLFIRI più cetuximab e il gruppo FOLFIRI più bevacizumab, l’associazione con la più lunga sopravvivenza complessiva suggerisce che il FOLFIRI più cetuximab potrebbe essere il regime di prima linea preferito per i pazienti con cancro colorettale metastatico.
I risultati dello studio sono stati pubblicati su The lancet oncology
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