Fa aumentare il livello degli ormoni che stimolano la produzione di globuli rossi: questi aiutano il cancro a crescere
USA - I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Sanità americano hanno individuato la mutazione genetica che sembra essere alla base dell’incremento di eritrociti nei tessuti tumorali. La scoperta, basata sull’analisi di tessuti provenienti da tumori rari delle ghiandole endocrine, potrebbe aiutare a comprendere in che modo alcuni tumori siano in grado di produrre un nuovo pool di cellule ematiche, sostenendo in questo modo la propria crescita. Il gruppo internazionale di ricercatori, guidato dal dr. Karel Pacak (primario della sezione di neuroendocrinologia del NICHD), ha dunque individuato uno dei possibili meccanismi con cui alcuni tipi di cancro alimentano se stessi. Lo studio è stato pubblicato sul’ New England Journal of Medicine.
Secondo il dottor. Constantine A. Stratakis, direttore scientifico della Divisione di Ricerca Intramurale del NIH Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development a Eunice (NICHD), lo studio potrebbe portare al raggiungimento di nuove informazioni utili ad ostacolare la crescita tumorale e al trattamento di cancri associati ad eccessiva eritrogenesi.
Lo studio si è basato sull’analisi di due pazienti colpiti da un raro tipo di cancro, il paraganglioma. Questo tumore insorge nei paragangli extra surrenalici e, precisamente, a partire dalle cellule cromaffini posizionate vicino a vasi sanguigni e nervi. Le cellule cromaffini producono norepinefrina (ormone strutturalmente simile alla noradrenalina). Uno dei due pazienti coinvolti nello studio soffriva di un’altra rara forma di tumore che colpisce il duodeno, chiamato somatostatinoma.
Entrambi erano malati di policitemia, malattia rara caratterizzata da un’eccessiva produzione di globuli rossi da parte dell’organismo affetto. Questa patologia può essere una condizione morbosa primaria oppure verificarsi in risposta ad una ridotta ossigenazione del sangue (condizione caratteristica dei tessuti tumorali). Analizzando i tessuti cancerosi è stata rilevata, infatti, un’alterazione in uno dei geni che codificano per i fattori indotti da ipossia (HIF). Gli HIF sono costituti da due subunità, alfa e beta, ed è stato scoperto che entrambe giocano un ruolo nello sviluppo tumorale.
In particolare, nello studio corrente, i ricercatori hanno scoperto che il gene alterato HIF2A codifica per una proteina che viene demolita molto più lentamente, rispetto a quelle codificate dalla forma normale dei geni. In presenza di questa proteina mutata si verifica, secondo i ricercatori, anche un incremento dei livelli di un ormone stimolante l’eritrogenesi. I geni HIF, infine, sono più attivi in basse concentrazioni di ossigeno. I ricercatori hanno quindi concluso che la mutazione del gene HIF potrebbe essere in grado di portare vantaggio alle cellule tumorali, che crescono più facilmente nell’organismo dei pazienti esaminati.
Il dr. Pacak ha riportato un dato interessante: studi precedenti hanno messo in evidenza come, a seguito della rimozione di paraganglioma o feocromocitoma (tumori delle cellule cromaffini), si sia verificato un recesso della policitemia. Questo a dimostrazione del forte legame esistente tra queste patologie.
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