Uno studio australiano illustra rischi e benefici di una moderata attività sportiva
AUSTRALIA - Nel passato le persone affette da emofilia erano generalmente scoraggiate dal praticare sport di contatto, dato l'alto rischio di emorragie. Ora, grazie alla disponibilità di cure efficaci, la situazione è cambiata e talvolta una moderata attività fisica è consigliata, soprattutto ai bambini e agli adolescenti.
Un gruppo di ricercatori della New South Wales University di Sydney ha svolto uno studio allo scopo di valutare se l'attività fisica causa un aumento del rischio di emorragie.
Lo studio, pubblicato dal Journal of the American Medical Association, ha seguito per un anno 104 bambini emofiliaci praticanti sport, di età compresa tra i 4 e i 18 anni, per determinare le cause degli eventuali episodi emorragici. In totale sono stati registrati 436 episodi, in 88 bambini (85 per cento), nella maggioranza dei casi il sanguinamento è avvenuto entro un'ora dopo lo svolgimento di attività fisica, il più delle volte a carico delle articolazioni del ginocchio, della caviglia e del gomito.
Il rischio cambia a seconda dello sport, è circa tre volte maggiore rispetto all'inattività nel caso di sport che prevedono contatti limitati, come il calcio o il basket, mentre negli sport di contatto come il rugby o il wrestling, il rischio è quattro volte maggiore.
La dottoressa Carolyn Broderick, autrice dello studio spiega: "I bambini sono a rischio di sanguinamenti mentre praticano sport, ma, visto che l'attività fisica di contatto occupa solo poche ore alla settimana rispetto al tempo in cui il bambino è inattivo, il rischio aumenta di poco. Questo dovrebbe essere sufficiente a rassicurare i genitori”.
In altre parole se prendiamo in considerazione un bambino che sanguina cinque volte all'anno e gioca a basket due volte e pratica wrestling una volta alla settimana, solo uno dei cinque episodi annuali può essere attribuito allo sport.
“Gli sport di collisione andrebbero evitati ma, nei paesi in cui è disponibile la somministrazione preventiva di fattore di coagulazione, è possibile ridurre i rischi notevolmente” continua Broderick: “Naturalmente vanno evitati gli sport in cui c'è un alto rischio di traumi diretti alla testa o ad organi vitali, come il pugilato, poiché le conseguenze del sanguinamento potrebbero essere catastrofiche”.
L'ematologo Manco-Johnson dell'Università del Colorado e dell'Ospedale Pediatrico di Aurora concorda: “La somministrazione delle proteine di coagulazione prima dell'attività può migliorare di molto le prestazioni dei bambini emofiliaci che vogliono praticare sport” e aggiunge che un allenamento adeguato può aiutare a ridurre i rischi.
Il Dottor Ziad Khatib, ematologo dell'Ospedale Pediatrico di Miami aggiunge: “L'esercizio moderato è molto importante e aiuta i bambini affetti da emofilia a rinforzare muscoli e articolazioni. Esistono dei limiti, questi bambini non saranno mai in squadre professionali di calcio o basket, la maggior parte sarà felice praticando attività lieve o moderata, per divertimento”.
Riferimenti:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23047359
http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/news/fullstory_130085.html
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