Genetica, diagnosi e metodi di trattamento al centro dell'incontro promosso da Vertex Pharmaceuticals
La fibrosi cistica (FC) è una malattia genetica ereditaria causata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator). É la più comune fra le malattie rare e si manifesta fin dalla nascita con sintomi cronici che peggiorano con l’età. In base ai dati del Registro Italiano Fibrosi Cistica (Rapporto 2011-2014), nel nostro Paese, nel 2014, sono stati censiti 4981 pazienti, la cui età media è risultata essere di 20,4 anni (oltre il 50% di loro era maggiorenne). Si stima che circa 1 bambino su 2.500 sia affetto da questa patologia e che 1 ogni 25 sia un portatore sano.
Innumerevoli progressi sono stati fatti nel migliorare il trattamento della fibrosi cistica e, in modo particolare, la vita delle persone che convivono con questa patologia rara. In Europa, oggi, molti pazienti riescono a diplomarsi (24,1%), a laurearsi (31,1%) e ad avere un contratto di lavoro, full-time (38,6%) o part-time (12,4%). Solo l’8% di loro non è ancora impiegato, mentre il 3,2% lavora da casa. Il 51,2% degli europei con fibrosi cistica è single, contro il 43,4% di sposati o conviventi. Sempre in Europa, la condizione di disabilità riguarda soltanto il 17,3% dei pazienti e, in generale, l'aspettativa di vita delle persone con FC è aumentata in maniera notevole negli ultimi anni, soprattutto grazie a terapie sempre più mirate e personalizzate.
A dipingere il quadro della situazione è stata Isabelle Fajac, Presidente della European Cystic Fibrosis Society (ECFS), in occasione dell'evento “Understanding Cystic Fibrosis: meet the Experts”, un incontro rivolto ai giornalisti che si è tenuto lo scorso 1 aprile a Parigi, presso la Maison de la Chimie. Aspetti genici, diagnostica, manifestazioni ed evoluzioni della malattia e metodi di trattamento sono stati al centro del focus proposto dalla Fajac. Da anni, infatti, l'ECFS lavora per migliorare la vita dei malati di fibrosi cistica, promuovendo lo sviluppo del registro dei pazienti e intervenendo su molteplici fronti, tutti di cruciale importanza (standard di cura, espansione del network clinico, educazione e informazione).
L'evento informativo di Parigi è stato organizzato da Vertex Pharmaceuticals, società fortemente impegnata nello sviluppo di nuove terapie per la fibrosi cistica, e ha permesso ai giornalisti presenti di confrontarsi con gli esperti del settore, approfittando dell’occasione per uno sguardo approfondito sulla malattia e per fare il punto sui risultati finora raggiunti dalla ricerca scientifica. “Le malattie rare cambiano il modo di vivere dei pazienti e non si smetterà mai di studiarle, fino a quando non si troverà una cura”, ha dichiarato in apertura dell'evento David Gillen, vice-presidente International Medical Affairs di Vertex.
Nella fibrosi cistica, il difetto genetico alla base della condizione altera la produzione della proteina CFTR, che risulta essere malfunzionante o addirittura assente. La FC è una patologia sistemica che coinvolge diversi distretti corporei. Il livello di interessamento dei vari organi e l’evoluzione della malattia possono variare ampiamente da caso a caso, in funzione del tipo di mutazione a carico del gene CFTR, di altri geni detti “modificatori”, dello stile di vita dei pazienti, della precocità delle cure e del grado di aderenza alle stesse.
Ad oggi sono state scoperte oltre 2.000 mutazioni del gene CFTR, ma non tutte causano la FC: di alcune è nota con certezza la correlazione con la patologia ma di altre, purtroppo, ancora non si conoscono gli effetti sulla proteina CFTR né le conseguenze cliniche. In Italia, come nel resto del mondo, la mutazione più frequente è la F508del (delezione dell’aminoacido fenilalanina in posizione 508), anche se in ambito genetico ci sono delle importanti differenze rispetto ad America ed Europa: la mutazione F508del, ad esempio, è presente nell'86,4% dei pazienti censiti nel registro americano (anno 2016) e nel 44,8% della popolazione italiana affetta da FC. Inoltre, è interessante osservare che, rispetto ai dati del registro europeo, in Italia viene identificata una percentuale maggiore di pazienti portatori delle mutazioni N1303K (5,6%), G542X (4,9%), 2789+5G>A (2,9%) e 2183AA->G (2,0%). Questi dati rendono l’idea dell’estrema variabilità genotipica della patologia in Italia.
La ricerca medica e i progressi nei trattamenti hanno molto migliorato l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti, ma ancora non esiste una cura risolutiva per la fibrosi cistica: le terapie disponibili sono indirizzate a contenere le manifestazioni e a rallentare la progressione della patologia, oppure a correggere il difetto che ne è alla base. L'apparato digestivo e respiratorio sono quelli maggiormente coinvolti dalla FC e il miglioramento delle funzioni di questi apparati è uno degli obiettivi principali della ricerca scientifica. Su quest’ultimo punto, durante l'evento di Parigi, si è soffermato Fredrick Van Goor, Responsabile del programma di ricerca sulla fibrosi cistica in Vertex, il quale ha tracciato la storia dell’azienda, soffermandosi in modo particolare sulle motivazioni che spingono la società ad investire costantemente il 70% delle proprie risorse nell'ambito della ricerca. “Trasformare la rarità di questa malattia e personalizzarla da paziente a paziente è uno dei più ambiziosi obiettivi che ci siamo posti”, ha dichiarato Van Goor. “È per questo che nei 22 Paesi in cui sono presenti i nostri ricercatori, in 409 centri, le terapie vengono studiate su misura, una ad una, per migliorare la qualità di vita di ciascun paziente. Miriamo a incrementare del 40% la qualità di vita dei malati di fibrosi cistica attraverso la somministrazione di farmaci efficaci, per promuovere una medicina che sia sempre più di precisione: questa è la vera sfida”.
Proprio ad aprile, in Italia è entrata in vigore la determina AIFA, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, relativa alla classificazione del farmaco Orkambi (lumacaftor/ivacaftor): sviluppato da Vertex, il medicinale appartiene alla categoria dei “correttori di CFTR” ed è il primo ad essere usato per il trattamento della causa alla base della fibrosi cistica nei bambini che presentano due copie della mutazione F508del.
Inoltre, Vertex sta attualmente valutando due nuovi candidati farmaci in studi clinici di Fase III: i due correttori di CFTR di ultima generazione, denominati VX-659 e VX-445, sono stati testati sulle stesse popolazioni di pazienti con fibrosi cistica, ed entrambi in associazione con tezacaftor e ivacaftor. A breve, la società dovrebbe rendere noto quale delle due molecole verrà selezionata per far parte di un nuovo regime terapeutico combinatorio da sottoporre ad approvazione globale.
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