Nei giorni scors, si è svolto il Congresso Internazionale organizzato dall’Associazione Italiana Charcot-Marie-Tooth Onlus e realizzato in collaborazione con i maggiori centri clinici che si occupano della malattia rara. L’importante incontro ha visto l’intervento di molti specialisti, italiani e stranieri, che hanno partecipato per confrontarsi sugli sviluppi delle tecniche di chirurgia ortopedica e sulla scelta del loro utilizzo.
Tra le problematiche maggiormente invalidanti che i pazienti affetti da malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT) si trovano a dover affrontare ci sono la deformità degli arti e le dita dei piedi a martello e ad artiglio. Ciò è dovuto allo squilibrio muscolare e all'accorciamento tendineo. I piedi possono presentarsi cavi e quindi equini, con una tendenza a camminare sulle punte. Il tallone può essere varo e quindi storcersi verso l'interno, portando la persone a cadere (sbilanciarsi) all'esterno durante la deambulazione. I calli spesso sono una delle conseguenze più immediate. Le dita tendono a piegarsi e ciò nei piedi comporta una serie di problematiche dolorose e di adattamento alle scarpe, mentre nelle mani limiti alla manualità.
Abbiamo chiesto ad uno dei maggiori esperti, il dottor Stefano Ferranti, chirurgo ortopedico della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Foligno, di illustrarci il trattamento mini invasivo percutaneo delle deformità delle dita introdotto in Europa da Mariano de Prado (Spagna) ed inventato da Sthefan Isham (USA) che utilizza anche nei pazienti affetti da CMT.
"Questa metodica chirurgica - spiega Ferranti - consiste in una procedura mini invasiva percutanea che permette di intervenire senza dover ricorrere alla tradizionale chirurgia aperta, utilizzando mini frese motorizzate inserite attraverso piccoli fori di accesso sulla pelle. La differenza, rispetto alle altre tecniche mininvasive, consiste nel non utilizzare mezzi di sintesi. Un'evoluzione recente della tecnica chirurgica mini invasiva per la correzione dell'alluce valgo consiste nell'eseguire un’osteotomia del primo metatarso con traslazione della testa metatarsale e fissazione con una vite (MIFS) mini invasive Foot surgery. Questa tecnica mini-invasiva può essere utilizzata anche nella correzione delle metatarsalgie e nella correzione del calcagno varo".
Nell’ambito della CMT, la tecnica viene utilizzata per la correzione delle dita a martello che provocano molto fastidio e, per trattare i tilomi che provocano un dolore intenso, soprattutto in fase di appoggio del piede. La sensazione che avverte il paziente è di avere un sassolino o un corpo estraneo nella scarpa. "I vantaggi sono molti", continua Ferranti. "Pazienti che hanno problemi di deformità ai piedi hanno la cute spesso compromessa dai numerosi interventi che hanno dovuto affrontare, con questo tipo di tecnica, che ha una invasività minima, non viene ulteriormente danneggiata. Un altro beneficio deriva dal fatto che questo tipo di intervento avviene in regime di day surgery con un’anestesia locale, questo permette la dimissione dei pazienti lo stesso giorno e con la possibilità di deambulare subito con una speciale scarpa ortopedica. Questo, naturalmente, consente un grande risparmio economico perché da un lato si riducono notevolmente i costi dell’assistenza e il paziente può tornare a svolgere da subito le sue normali attività".
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