Il problema principale resta però il processo di diagnosi, che in media dura 10 anni

PALERMO - La malattia di Fabry è una rara patologia da accumulo lisosomiale a ereditarietà recessiva legata al cromosoma X, che causa dolore neuropatico, insufficienza renale e cardiomiopatie, in particolare ipertrofia del ventricolo sinistro. A causare la malattia sono le mutazioni a carico del gene GLA che codifica per l'enzima alfa galattosidasi A, coinvolto nel metabolismo dei glicosfingolipidi, la cui assenza porta all'accumulo di globotriaosilceramide nei lisosomi delle cellule dei vasi, dei reni, del miocardio e del sistema nervoso autonomo.
Nonostante sia una malattia recessiva legata al cromosoma X, non solo gli uomini ne sono affetti, infatti, probabilmente a causa dell'inattivazione casuale di uno dei due cromosomi X, le donne eterozigoti e quindi portatrici dell'allele mutato possono sviluppare nel corso della vita alcuni sintomi tipici della malattia e mostrano livelli di enzima alfa galattosidasi A inferiori alla media.

I ricercatori dell'Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare del CNR di Palermo, coordinati dal Dr.Giovanni Duro, hanno analizzato il DNA di 9 componenti di una famiglia e individuato una nuova mutazione a carico del gene GLA, in uno studio pubblicato su Gene.

La mutazione causa la sostituzione di un amminoacido nella proteina prodotta, la quale non è più in grado di ripiegarsi nella conformazione corretta e studi bioinformatici hanno poi permesso di localizzare la mutazione in una regione del gene altamente conservata tra i diversi organismi e quindi probabilmente fondamentale per la funzionalità dell'enzima.

La diagnosi della malattia di Fabry è particolarmente difficoltosa poiché i sintomi sono sovrapponibili a quelli di numerose altre patologie e non è chiara la correlazione tra il genotipo, cioè la mutazione e il fenotipo, cioè l'entità dei sintomi. Se l'incidenza stimata della malattia è di una persona ogni 40000 nel mondo, recenti progetti pilota di screening neonatale hanno rivelato un'incidenza drasticamente maggiore, di una persona ogni 3000.

La diagnosi precoce è fondamentale al fine di iniziare tempestivamente la terapia di sostituzione enzimatica, che è in grado di diminuire o risolvere l'accumulo di glicosfingolipidi nelle cellule target, tuttavia il tempo di attesa medio per una diagnosi di malattia di Fabry è attualmente di 10 anni.

Uno studio inglese ha recentemente evidenziato l'importanza della conoscenza della malattia tra i medici, allo scopo di migliorare i tassi diagnostici, e la necessità di una stretta collaborazione tra medici e laboratori per determinare la patogenicità delle nuove mutazioni che vengono individuate e i meccanismi alla base della patologia.


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