Sembra essere più economico e potrebbe migliorare la qualità di vita dei pazienti
La malattia di von Willebrand è una disfunzione genetica autosomica dominante caratterizzata da emorragie spontanee a carico delle membrane mucose, ed eccessivo sanguinamento a seguito di ferita o menorragia. Per i pazienti con grave malattia di von Willebrand, il trattamento attualmente utilizzato in Italia per la profilassi a lungo termine consiste in concentrati di fattore di von Willebrand (FVW) e fattore VIII.
Uno studio condotto dalla Dr. Piercarla Schinco, Direttore del Centro regionale piemontese per le malattie trombotiche ed emorragiche dell'adulto, ha recentemente stimato il rapporto costi-benefici di questo metodo rispetto alla somministrazione di FVW con un basso contenuto di fattore VIII.
Ad oggi non ci sono state analisi che abbiano valutato l’impatto farmacoeconomico dei trattamenti per questa malattia. L’analisi si è basata su quattro casi di profilassi a lungo termine di malattia di von Willebrand con i due diversi approcci terapeutici. I costi per paziente includono quelli diretti e indiretti per ogni trattamento.
Considerando i quattro casi clinici, i costi sanitari e quelli indiretti per paziente per anno erano inferiori con la terapia a base di FVW con un basso contenuto di fattore VIII, rispetto al FVW e fattore VIII concentrati. I costi totali di assistenza sanitaria e i costi indiretti evitati con questo metodo, per paziente per anno, variavano rispettivamente da € 2.295 a € 17.530 e da 1.867 € a 4.978 €.
Il fattore di von Willebrand con un basso contenuto di fattore VIII sembra essere un’opzione di trattamento più economica. Anche se il costo del farmaco di per sé è maggiore, l’uso di FVW con un basso contenuto di fattore VIII è associato a un minor consumo di risorse ospedaliere, a meno giorni lavorativi persi a causa di emorragie e conseguentemente ad un miglioramento nella qualità di vita dei pazienti.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ClinicoEconomics and Outcomes Research.
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