LOSANNA, Svizzera – Sono 30 gli interventi di impianto di protesi retinica Argus II eseguiti dal Prof. Stanislao Rizzo negli ultimi 5 anni, da quando cioè ha creduto per primo nella tecnologia di Second Sight. Un traguardo importante per il nostro Paese e un’eccellenza assoluta nel campo della chirurgia oftalmica per la Regione Toscana, che annovera ben 30 interventi sui 39 eseguiti in Italia. Per i pazienti divenuti ciechi a causa della Retinite Pigmentosa, la protesi epiretinica di Second Sight Medical Products rappresenta ad oggi l’unica risposta efficace volta a migliorare la loro qualità di vita.
“Abbiamo avuto risultati che in alcuni casi sono stati addirittura entusiasmanti”, ha detto il Prof. Rizzo in una recente intervista; “non tutti i pazienti sono eleggibili per l’intervento ma coloro che vengono impiantati sono seguiti durante un percorso riabilitativo e personalizzato. In questi 5 anni ho potuto constatare quanto il sistema sia sicuro, ma soprattutto verificare di persona che la sua validità e i benefici che comporta si mantengono nel tempo, anche a distanza di diversi anni”.
Un successo di cui può beneficiare anche questa trentesima paziente, una donna di 55 anni, di origine sarda, ex funzionario bancario che, grazie a Argus II, al percorso riabilitativo personalizzato successivo all’intervento e al suo impegno ed entusiasmo, potrà riacquistare una nuova capacità visiva.
La Retinite Pigmentosa è una patologia rara, genetica e degenerativa che in molti casi porta il paziente alla cecità, e per cui non ci sono cure al momento disponibili. Con Argus II il paziente potrebbe riacquistare un buon grado di autonomia, visualizzando ostacoli e oggetti sia negli ambienti interni sia all’esterno. La protesi, impiantata con intervento chirurgico e ricovero di un giorno, è un dispositivo di neurostimolazione in grado di bypassare le cellule fotorecettrici danneggiate e stimolare le rimanenti cellule retiniche vitali. Grazie ad una piccola videocamera posta sugli occhiali in dotazione al paziente, Argus II cattura e converte le immagini in una serie di piccoli impulsi elettrici, che vengono trasmessi in modalità wireless ad una matrice di elettrodi impiantati sulla superficie della retina. Tali impulsi hanno lo scopo di stimolare le cellule rimanenti della retina, con conseguente creazione di motivi di luce che vengono trasmessi dal nervo ottico al cervello.
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