SPAGNA - Un gruppo di ricercatori del CIC bioGUNE (Center for Cooperative Research in Biosciences) da anni impegnato ad indagare nuove tecniche per combattere la rara malattia metabolica ereditaria nota col nome di porfiria eritropoietica congenita (CEP) o di malattia di Günther, ha recentemente concluso uno studio, condotto in collaborazione con l'Università di Bordeaux, che dimostrerebbe come l'impiego di un farmaco inibitore del proteasoma risulti efficace nel contrastare i problemi dermatologici associati a questa patologia. I risultati ottenuti in questo studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

La malattia di Günther rappresenta una forma molto aggressiva di porfiria eritropoietica originata da mutazioni genetiche che determinano una perdita di attività di uroporfirinogeno III sintasi (UROS), un enzima essenziale per la corretta formazione di alcune molecole responsabili del trasporto dell'ossigeno. L'enzima UROS difettoso conserva una bassa attività residua ma, soffrendo di instabilità cinetica, subisce un degrado prematuro per azione del proteasoma. Tale processo comporta l'eccessiva produzione di forme isomeriche di porfirina (in modo particolare di uroporfirina I) che si accumulano con effetti tossici nel midollo osseo.

I principali sintomi della CEP includono grave fotosensibilità cutanea, che si manifesta con lesioni pustolose ed erosive presenti sulla superficie della pelle esposta al sole e alla luce, rarefazione dell'architettura ossea e rischio di fratture multiple. Nelle forme più critiche della malattia, i pazienti mostrano segni di emolisi di variabile gravità. La CEP è considerata una patologia estremamente rara, che colpisce circa 300 persone in tutto il mondo.

Nel loro studio, i ricercatori del CIC bioGUNE hanno preso in considerazione le mutazioni C73R e P248Q del gene UROS, le quali causano una profonda carenza dell'enzima UROS e sono di solito associate a gravi espressioni cliniche della CEP.

I dati ottenuti sembrano dimostrare che l'impiego di un inibitore del proteasoma sia in grado di prevenire, in cellule eritroidi umane, la degradazione precoce di entrambi gli enzimi mutanti UROSC73R e UROSP248Q.

Inoltre, in un modello di topo affetto da una forma di CEP associata alla mutazione genetica UROSP248Q, il trattamento a base di bortezomib, un farmaco inibitore del proteasoma clinicamente approvato e commercializzato con il marchio Velcade®, avrebbe portato ad una riduzione dell'accumulo di porfirina nei globuli rossi e nelle urine, oltre ad un miglioramento della condizione di fotosensibilità cutanea.

I risultati di questo studio sembrano rivestire una notevole importanza poiché, se ulteriormente confermati, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di una terapia farmacologica della malattia di Günther che rappresenti un'alternativa al trapianto di midollo osseo.

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