La sclerosi sistemica è una malattia in ambito autoimmune caratterizzata da danno a carico dei piccoli vasi e fibrosi della cute e degli organi interni. Tali alterazioni possono colpire anche l’organo sessuale maschile, con conseguente disfunzione erettile.
Di recente è stata posta attenzione nei confronti di tale problematica che, nonostante sia piuttosto frequente, spesso non viene riferita, indagata e trattata. Di questa tematica si sta occupando in particolare il Prof. Ulrich Walker del Dipartimento di Reumatologia dell’Università di Basilea in Svizzera, con cui la Lega Italiana Sclerosi Sistemica Onlus ha di recente preso contatto .
Molte sono le cause di disfunzione erettile nell’ambito della popolazione generale, fra cui malattie endocrine (ipogonadismo e iperprolattinemia), malattie neurologiche come il morbo di Parkinson, assunzione di farmaci fra cui diuretici tiazidici, beta-bloccanti, spironolattone, antagonisti dei recettori H2 dell’istamina, antidepressivi come pure abuso di alcool e uso di cocaina; inoltre i noti fattori tradizionali di rischio per aterosclerosi favoriscono l’insorgenza dei disturbi erettili: diabete mellito, fumo, ipertensione arteriosa, dislipidemia, vita sedentaria possono tutti incidere negativamente sulla salute dei vasi di tutto l’organismo e quindi anche sul flusso sanguigno a livello dei corpi cavernosi del pene. Come noto, inoltre, anche eventi stressanti e fattori emotivi hanno una grande rilevanza.
Nella genesi dei disturbi erettili nella sclerosi sistemica entrano in gioco il danno a carico delle piccole arterie unitamente a fibrosi dei corpi cavernosi. Nell’ambito di una malattia a carattere multisistemico come la sclerosi sistemica, che può comportare impegno di vari organi e strutture, la comparsa di disfunzione erettile incide ulteriormente in modo negativo sulla qualità di vita del soggetto, con ripercussioni rilevanti sulla vita di relazione e di coppia.
Per quanto attiene al trattamento, il primo passo è rappresentato dalla rimozione o dalla cura di eventuali fattori di rischio potenzialmente modificabili quali ad esempio farmaci, fumo, vita sedentaria, disturbi psicologici.
Si può quindi ricorrere ad una terapia farmacologica, utilizzando in prima battuta gli inibitori della 5-fosfodiesterasi, vasodilatatori che esplicano il loro potente effetto in modo precipuo a livello dei vasi dei corpi cavernosi oltre che del polmone; in rapporto alla selettività del loro meccanismo d’azione, tali farmaci vengono impiegati anche nel trattamento di un’altra complicanza di tipo vascolare della sclerosi sistemica quale l’ipertensione arteriosa polmonare. I principi attivi che appartengono a tale classe farmacologica sono Sildenafil, Tadalafil e Vardenafil, i cui nomi commerciali sono molto noti. Tali farmaci sono generalmente ben tollerati; sono comunque controindicati in caso di assunzione di nitroderivati (farmaci largamente impiegati nel trattamento della cardiopatia ischemica), grave ipotensione, recente infarto del miocardio come pure se si è verificata in precedenza una neuropatia ottica ischemica non-arteritica, malattia che può causare grave deficit visivo, che potrebbe essere favorita dall’assunzione stessa di tale classe di farmaci.
In caso di insuccesso, altre opzioni terapeutiche, da valutare con un urologo esperto, sono la somministrazione di vasodilatatori appartenenti alla classe delle prostaglandine attraverso l’iniezione diretta nei corpi cavernosi o per applicazione intrauretrale oppure il ricorso a protesi peniena.
In rapporto alla frequenza con cui compaiono disturbi erettili nella sclerosi sistemica e alla natura del disturbo, l’uso di questionari validati da somministrare periodicamente ai pazienti può consentire di individuare ed affrontare questa delicata problematica.
L’articolo originale, a cura della Dott.ssa Paola Caramaschi, è pubblicato sul sito della Lega Italiana Sclerosi Sistemica Onlus.
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