Confermata la creazione di una società in Sardegna. Il Garante per la protezione dei dati personali chiede chiarimenti

Il Dna di oltre 13.000 sardi servirà per cercare di arrivare allo sviluppo di nuove terapie e per favorire la diagnosi delle malattie genetiche. Queste le intenzioni della Tiziana Life Science, società britannica che ha acquistato all'asta i campioni biologici raccolti dalla SharDna all'inizio degli anni Duemila. Ieri i rappresentanti dell'azienda inglese hanno convocato una conferenza stampa a Cagliari, città dove intendono stabilire una Srl che si dovrà occupare di portare avanti il lavoro iniziato tempo fa. Vi  avevamo raccontato la vicenda qui.

La società acquirente è pronta ad effettuare tutta la propria attività in Sardegna, sia nel Parco scientifico e tecnologico di Pula che in Ogliastra, e si prepara ad elaborare il piano di sviluppo che dovrà essere presentato al consiglio di amministrazione e al comitato scientifico. “La nostra società va ad acquisire i diritti di utilizzo dei dati di SharDna oltre che le cartelle cliniche, gli alberi genealogici, plasma, sieri e quant'altro”, ha spiegato in terra sarda Tiziano Lazzaretti, manager finanziario di Tiziana Life Sciences, affiancato dal direttore del'Istituto di Genetica delle Popolazioni del Cnr, Mario Pirastu, che nel 2000 ha fondato SharDna insieme a Renato Soru. “Fino ad oggi i dati sono stati fermi - ha sottolineato - adesso una società ne farà qualcosa, e io vado in pensione. È obbligatorio fare attività sul territorio ed è questo l'aspetto più rilevante, cioè dove sono le attività e non dove sono i campioni”. Secondo Pirastu una delle prime cosa da completare sarebbe l'analisi del dna con un auspicio finale: “Spero che si riavvii tutto tra sei mesi un anno al massimo”.

La compravendita del materiale apre però delle questioni etiche e giuridiche di non poco momento. La procedura di acquisizione potrebbe addirittura essere inefficace se il Garante per la protezione dei dati personali dovesse decidere di intervenire: così come emerge da un carteggio tra l'organismo di garanzia e il commissario liquidatore. Antonello Soro, presidente dell'organismo indipendente, ha confermato che gli uffici dell'Authority si sono già attivati per fare chiarezza sull'intera vicenda. La politica sarda, attraverso le dichiarazioni del deputato autonomista Mauro Pili e dei consiglieri regionali dei Rossomori, denuncia il prezzo irrisorio pagato dalla Tiziana per mettere le mani sui campioni biologici ceduti da migliaia di sardi. Una cifra di 258.000 euro è considerata troppo bassa. Altri esponenti politici hanno fatto intendere che avrebbero preferito un intervento diretto della Regione o del Consiglio nazionale delle ricerche – amministrazioni coinvolte nella gestione del materiale genetico insieme alla SharDna – nella procedura fallimentare che ha portato alla messa all'asta del codice genetico dei sardi. Una lunga sequenza di informazioni che potrebbe contenere il segreto della longevità ed essere d'aiuto nella ricerca di nuovi trattamenti per trattare tumori e patologie autoimmuni. 

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