A Minturno (Latina) non ci sono falsi ciechi: il procedimento penale avviato nei confronti di una famiglia intera, è stato archiviato. L’accusa, truffa aggravata ai danni dello Stato, era stata formulata in seguito a un'indagine condotta nel 2012 a carico della signora Gaetana Tuccinardi e dei suoi figli. La famiglia però non aveva messo in atto un astuto inganno ai danni dello Stato, bensì era affetta da aniridia congenita, rara patologia genetica caratterizzata dalla formazione incompleta dell’iride.

A causa di questa malattia, dovuta a una mutazione del gene PAX6 (situato sul cromosoma 11, che determina un mancato completamento dello sviluppo oculare), anche altre parti dell’occhio, come il nervo ottico e la macula (la parte centrale della retina), possono non essere correttamente formate. Le alterazioni della struttura dell’occhio possono provocare l’insorgenza di altre patologie oculari. L’aniridia e queste condizioni associate colpiscono ciascun individuo in modo diverso. Così, mentre alcune persone affette da aniridia sono ipovedenti o non vedenti, altre possono avere una vista quasi normale.

Come è possibile? Semplicemente la Polizia Giudiziaria e la Procura si sono ‘dimenticati’ di verificare l’esistenza di questa patologia. Incredibile? Eppur vero.
Chi è affetto da tale condizione è considerato un ipovedente grave e, secondo la legge 138 del 2001, è equiparato a una persona con cecità totale. Ha quindi diritto al trattamento pensionistico INPS completo secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Nel 2012 tutti parlarono di questo caso, caricando questa famiglia di colpe e vergogna.

L’unica colpa di questi soggetti è quella di essere nati con una patologia nota come aniridia congenita, dovuta a una mutazione del DNA”, spiega l'avvocato Pasquale Lattari che ha assistito la famiglia. “Peccato che la Polizia giudiziaria e la Procura di Torino, da cui partiva la richiesta, si siano dimenticati di verificare molto più semplicemente la patologia. La legge 138 del 2001 equipara le persone affette da tale malattia – noti anche come ipovedenti gravi – alla stessa categoria dei ciechi totali, che usufruiscono, a tutti gli effetti, di indennità e pensioni, o collocamento obbligatorio come centralinisti, e via discorrendo”.

“Peccato – prosegue l’avvocato Lattari riflettendo sul caso – che a seguito di tali fatti, per quanto puoi pensare ed esser convinto di essere innocente e di non aver fatto nulla – e la signora Gaetana Tuccinardi lo era, come possono testimoniare tutti i dipendenti del tribunale di Latina dove la stessa ha lavorato per anni come centralinista – viene meno il riconoscimento delle persone che ti circondano, che ti additano e ti citano. E sotto sotto anche quelli che ti stanno vicino pensano, e tu lo percepisci, che qualcosa hai fatto per meritarti tutto questo clamore… Alla fine cedi e cadi nello sconforto. Stato d’animo che, unito alle gravi patologie da cui era ultimamente affetta, ti porta ad abbandonare ogni resistenza alla malattia e a morire”. Apprendiamo infatti che la signora Gaetana è mancata all’affetto dei suoi cari.

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