Il prof. Mirko Pinotti, dirigente del dipartimento di scienze della vita e biotecnologie all’Università di Ferrara, ha ottenuto dei fondi dall’Unione Europea per la ricerca sulle malattie genetiche. Il prof. Pinotti, classe 1967, vanta un invidiabile curriculum scientifico e didattico. Già ricercatore nel 1998 di biologia molecolare, nel 2016 diventa professore associato di biochimica, poi ottiene l'ordinariato: attualmente insegna biologia molecolare, biochimica e tecnologie molecolari.
Il prof. Pinotti ha fatto parte di progetti di ricerca nazionali e internazionali su fattori di rischio e malattie vascolari, alterazioni ereditarie, peptidi e anticorpi, Telethon Grant, espressione genica, trasferimento tecnologico e innovazione. Nel 2010 ha prodotto un brevetto sull'approccio di correzione e le specifiche molecole, che è stato concesso in Europa, Giappone e Usa.
Nel 2012, il professore, insieme ad altri tre soci e all'università di Ferrara, ha fondato RareSplice srl, uno spin-off accademico che ha lo scopo di ricercare e sviluppare approcci a livello di RNA per la terapie di malattie genetiche. Con i suoi ricercatori ha sviluppato una piattaforma tecnologica per lo studio in modelli cellulari e animali di malattie di origine ematologica e neurologica.
“Sarebbe stato impensabile fino a qualche anno fa – spiega lo scienziato – salvare bambini che nascono con gravissime malattie genetiche. Oggi, invece, per alcune di esse esiste una cura chiamata terapia genica. Intervenendo direttamente alla radice del problema, vale a dire introducendo una copia normale del gene difettoso alla base della malattia, si riesce a bloccarne il decorso: un risultato che è senza precedenti che spalanca le porte ad una nuova era della medicina. Questa straordinaria possibilità potrebbe essere estesa a tantissime altre malattie la cui causa risiede nel DNA, mi riferisco a distrofia, emofilia, talassemia e forme tumorali. Perché ciò accada – conclude Pinotti – è indispensabile fare ulteriori passi in avanti nel campo dell'ingegneria genetica”.
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