Fake news

Non esistono alimenti o bevande in grado di prevenire o curare il contagio. Per l'igiene personale e la pulizia della casa meglio non farsi prendere dalla psicosi

La fantasia è tanto più robusta quanto più debole è il raziocinio”, scrisse Giambattista Vico. Lo dimostra la miriade di bufale che spuntano ogni giorno sul Coronavirus. Non c'è limite alla fantasia, e le fake news riguardano ogni aspetto del SARS-CoV-2: dalla sua origine, al modo in cui si trasmette, alle categorie indicate come immuni, fino agli accorgimenti per prevenire il contagio o curare la malattia. Questa settimana parleremo di quelle che riguardano l'igiene personale, la pulizia della casa e l'alimentazione: a smontare le invenzioni che circolano sui social sono stati gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, anche se nella maggior parte dei casi sarebbe bastato il semplice buon senso.

L'IGIENE PERSONALE

Se vi piace portare la barba lunga, e non dovendo andare in ufficio non vi va di radervi ogni giorno, fate pure: tagliarla non ridurrà il rischio di contagio. Sappiamo anche da dove nasce questa bufala: dall'errata interpretazione di una curiosa infografica dei Centers for Disease Control and Prevention (i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, un organismo di controllo sulla sanità pubblica statunitense). L'immagine indica gli stili di barba e baffi da evitare per il corretto utilizzo delle mascherine, ma si riferisce alla sicurezza sul lavoro e non al Coronavirus. Lo stesso discorso, ovviamente, vale per i capelli: il virus non si annida lì, e tagliarli o tenerli raccolti non sarà d'aiuto. Tagliarsi le unghie invece, per un fatto di igiene, male non fa.

Per proteggersi dall’infezione – ormai lo sappiamo tutti – il metodo più sicuro è quello di non toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche, e di lavarle spesso con acqua e sapone o con una soluzione a base alcolica. Dopo aver pulito le mani, però, bisogna asciugarle accuratamente, e anche qui c'è una bufala in agguato: no, gli asciugamani elettrici ad aria calda non uccideranno il virus. Fra gli altri rimedi suggeriti, c'è quello di fare un lungo bagno caldo: rilassante ma inutile, perché la temperatura corporea resta immutata indipendentemente da quella del bagno o della doccia, e anche se cambiasse non avrebbe alcun effetto sul virus. Inoltre, l'acqua troppo calda può provocare malori e bruciature alla pelle. E non serve neppure risciacquare regolarmente il naso con la soluzione salina.

LA PULIZIA DELLA CASA

Disinfettare il bagno, i pavimenti, la scrivania, la tastiera del pc, il cellulare: va bene tutto, ma fare i gargarismi, o peggio bere la candeggina, quello proprio no. Sembra ovvio, ma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen l'ha dovuto ribadire in un video contro le fake news, nel quale ha fatto presente che la candeggina ucciderà voi, non il virus. Occhio anche ai disinfettanti fai da te e ai mix di alcol, varechina, ammoniaca, acido muriatico o altre sostanze: lasciate perdere gli esperimenti in stile Piccolo Chimico.

Ma la suola delle scarpe può portare il virus in casa e trasmettere l’infezione? Attualmente il tempo di sopravvivenza del SARS-CoV-2 nei luoghi aperti e sulle varie superfici è motivo di dibattito fra gli scienziati (e ne riparleremo a breve). In via teorica, se si cammina con le scarpe su una superficie dove una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie come il catarro, è possibile che il virus sia presente sulle suole delle scarpe e possa essere portato in casa. Però normalmente il pavimento non è una delle superfici che tocchiamo, quindi il rischio è trascurabile. Se in casa ci sono dei bambini si può scegliere di mantenere un atteggiamento più prudente, togliendosi le scarpe all’ingresso in casa e pulendo i pavimenti con prodotti a base di cloro allo 0,1% (semplice candeggina diluita).

Al rientro in casa, infine, non è necessario lavarsi i capelli e gli indumenti indossati: con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone (o forse più? Torneremo anche su questo punto) è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possiamo essere contaminati dal virus in una quantità rilevante. Tuttavia, nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno evitare di posare la giacca o il soprabito sul divano, sul tavolo o sul letto.

L'ALIMENTAZIONE

Una dieta sana ed equilibrata è importante, ma nessuno dei rimedi proposti nelle chat servirà a prevenire o a curare la malattia. Secondo una catena di grande successo su WhatsApp, il virus non resiste al calore e muore se esposto a temperature di 26-27 gradi, perciò bisognerebbe consumare spesso durante il giorno bevande calde come tè, tisane, brodo o semplicemente acqua calda, e se possibile esporsi al sole. Ma la temperatura umana è di 36-37 gradi, e purtroppo il virus resiste benissimo dentro il nostro organismo e anche a temperature ben superiori: perciò godetevi pure una bevanda corroborante o il sole in terrazzo, ma senza ulteriori aspettative.

Bere tanta acqua non laverà il virus dalle vie aeree e non lo spingerà nello stomaco, dove non verrà distrutto dall’acido dei succhi gastrici. Mangiare arance e limoni fa bene, ma non ci sono evidenze scientifiche che provino un’azione protettiva della vitamina C sul virus, neppure se assunta sotto forma di integratori: la bufala del Cebion, che consigliava di assumerne 1-2 grammi al giorno, è stata smentita da tutti gli esperti e persino dalla casa farmaceutica Dompé che lo produce. 

Mangiare grandi quantità di aglio – un alimento che pure ha delle proprietà antimicrobiche – servirà solo a peggiorare la qualità di vita di chi condivide con voi la quarantena. E mangiare tante proteine non aumenterà l’efficienza del sistema immunitario: superare la normale dose giornaliera raccomandata (0,8 grammi per kg di peso corporeo, se non si svolgono attività fisiche pesanti) non fornirà alcun beneficio.

L'acqua del rubinetto, almeno in Italia, è sicura (per altri Paesi non ce la sentiamo di garantire), quindi si può bere senza timore di infettarsi. Le pratiche di depurazione cui è sottoposta l'acqua del rubinetto, infatti, sono efficaci nell'abbattimento dei virus, insieme a condizioni ambientali che compromettono la loro vitalità (temperatura, luce solare, livelli di pH elevati), fino alla fase finale di disinfezione.

Il pane fresco, le verdure crude o altri tipi di alimenti possono essere contaminati dal virus e trasmettere l’infezione a chi li mangia? Attualmente non vi sono informazioni riguardo la sopravvivenza del Coronavirus sulla superficie degli alimenti, ma la sua possibilità di trasmissione in questo modo è poco probabile, visto che avviene principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto. Chiaramente chi manipola il pane, e gli alimenti in generale, deve lavarsi le mani accuratamente con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi prima di toccare il cibo, utilizzare un fazzoletto monouso per coprire bocca e naso in caso di tosse e starnuti e lavarsi le mani subito dopo.

Il virus, insomma, non si trasmette per via alimentare, ma i cibi devono comunque essere manipolati rispettando le buone pratiche igienico-sanitarie ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti. Per tutto il resto, la regola è sempre la stessa: quando vi arrivano messaggi del genere su WhatsApp, chiedete ai vostri amici qual è la fonte, o meglio cercatevela da soli, per poi sbugiardarli senza pietà.

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