Fortunato Nicoletti (Nessuno è Escluso Odv): “Tutti, a prescindere da una condizione di disabilità o fragilità, dovrebbero avere le medesime opportunità”
Tommaso Pimpinelli è un ragazzo romano di 24 anni affetto da malattia di Norrie, una rara patologia genetica che colpisce in genere solo i maschi ed è caratterizzata da cecità totale bilaterale, spesso associata a condizioni come glaucoma e cataratta, insieme ad altre manifestazioni cliniche che possono comprendere sordità e ritardo nello sviluppo psicomotorio e mentale. La settimana scorsa, il giovane era a San Martino di Castrozza, in Trentino, a godersi una vacanza in montagna con la madre Cecilia Bonaccorsi e il papà Remo Pimpinelli. L’idea era di trascorrere qualche giorno di relax, serenità e spensieratezza: così invece non è stato, a causa di uno spiacevole avvenimento accaduto a cena, nell’hotel a 4 stelle in cui alloggiavano, il Colbricon Beauty&Relax.
E’ Mamma Cecilia a raccontare l’accaduto, con un messaggio di denuncia scritto su Facebook a nome del figlio: “Sono Tommaso, ragazzo cieco che non parla. Ho ricevuto un atto di pesante discriminazione.... Mi trovavo presso l'Hotel Colbricon di San Martino di Castrozza. Degli ospiti della sala ristorante erano infastiditi dalla mia presenza e se ne sono lamentati con l'albergatrice, che ha proposto ai miei di prendere i pasti successivi in una saletta separata dai vetri ambrati oscurati. Lo ha proposto a noi e non a loro... Sono stato trattato come un cane non ammesso nella sala ristorante comune. Ovviamente siamo ripartiti perché non è piacevole restare dove non si è graditi. Vacanze rovinate e tanto ma tanto amaro in bocca”. Queste poche righe di denuncia diventano ben prestovirali, fino a raggiungere ben presto i vari media e ad innescare l’indignazione generale.
L’Hotel Colbricon, dopo giorni di silenzio e di pressione mediatica, decide di rispondere a sua volta con una nota: “Dal momento che, come struttura che opera nel settore alberghiero da oltre 40 anni, l’hotel Colbricon ha la priorità di garantire il benessere di tutti i suoi ospiti, alcuni clienti si sono rivolti ai gestori per chiedere una maggiore tranquillità, a causa delle urla nella sala da pranzo. Per tale motivo la proprietaria ha proposto a Cecilia e Remo di spostarsi in una saletta intima, raccolta, in cui spicca come elemento decorativo un mosaico di vetro. Non, come è stato scritto, un vetro oscurato o una stanza in cui isolare Tommaso; al contrario, un luogo nel quale a Tommaso venissero garantite la massima discrezione e la possibilità di esprimersi liberamente. La proprietaria dell’hotel si scusa per il gesto fraintendibile. Non era suo intento offendere la sensibilità di nessuno, motivo per il quale ha subito tentato di aprire un dialogo con le persone coinvolte, per ora senza risultati. Sono moltissime le telefonate e le e-mail, anche da parte di testate giornalistiche, che l’hotel ha ricevuto in questi giorni. L’intero staff dell’Hotel Colbricon rinnova le proprie scuse alla famiglia di Tommaso e i propri ringraziamenti agli ospiti, ai colleghi e agli amici che li hanno sostenuti in queste ore difficili, in cui sono stati travolti da un’autentica tempesta mediatica e critiche spesso infondate in quanto provenienti da persone estranee ai fatti”.
In merito alla questione è intervenuto anche Fortunato Nicoletti, vice presidente di Nessuno è Escluso Odv, l'associazione di volontariato nata nel 2020 per supportare tutte le famiglie che convivono con una disabilità grave o gravissima: “La storia di Tommaso e della sua famiglia – perché, ricordiamolo, insieme a una persona con malattia rara o disabilità c'è sempre un nucleo famigliare che se ne prende cura – non è altro che la punta visibile di quell'enorme massa di iceberg che non emerge, contro la quale ogni giorno centinaia di persone e famiglie che vivono una condizione di fragilità si scontrano, riportando spesso danni pesantissimi. E allora la domanda è: quali sono i motivi per cui accadono queste situazioni, che appaiono surreali?”
“In questo caso – prosegue Nicoletti – penso che la colpa sia chiaramente dei responsabili della struttura (che in un mondo ideale andrebbe pesantemente multata, con lo spauracchio di una chiusura in caso di reiterazione), ma sarebbe troppo facile, e anche comodo, sparare su un unico bersaglio, perché quanto accaduto alla famiglia di Tommaso accade ogni giorno nelle scuole, e spesso in maniera così ripetuta e latente che diventa una consuetudine, e poi la normalità. Ecco perché le responsabilità sono chiaramente anche di una comunicazione che, dal decisore politico fino ad arrivare al cittadino, è sempre e costantemente carente e insufficiente rispetto all’equità e alla giustizia sociale, puntando invece sempre più spesso verso l’omologazione totale”.
“Dobbiamo assolutamente lavorare tutti nell'unica direzione possibile – conclude Fortunato Nicoletti – che non può che essere quella di ‘costringere’ chi ha responsabilità politiche e amministrative a pensare, progettare e legiferare in maniera tale che tutti, a prescindere da una condizione di malattia rara, disabilità o fragilità, possano avere le medesime opportunità. E bisogna farlo in fretta, perché il nostro tempo non è infinito e non possiamo permetterci di sprecarlo”.
Nel frattempo, martedì 30 maggio, in Aula Camera, la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli ha risposto all’interrogazione a prima firma dell’On. Padovani (FDI) e riguardante intendimenti del Governo in materia di politiche di integrazione e inclusione delle persone con disabilità, alla luce di questo episodio.
Il firmatario dell’interrogazione ha chiesto alla Ministra di sapere quali siano gli intendimenti del Governo in materia di politiche di integrazione e inclusione delle persone con disabilità e di tutela delle loro famiglie, affinché casi come quello di Tommaso non si ripetano più.
Nel rispondere la Ministra ha dichiarato che ha avuto il piacere di incontrare la mamma di Tommaso, alla quale ha telefonato il giorno successivo all'accaduto.
La signora ha anche aggiornato la ministra circa la causa, che inizierà il 4 marzo 2024, nella quale chiederanno il risarcimento simbolico di 1 euro, questo per attenzionare tutti ai temi del rispetto e dell'inclusione.
“Da queste vicende – spiega la Ministra - emerge quanto sia necessario intervenire su più fronti: dal punto di vista normativo, per migliorare le leggi e garantire più risorse per l'accessibilità universale; dal punto di vista culturale, per la sensibilizzazione e l'induzione al cambio di prospettiva e, in collaborazione trasversale con tutti i livelli istituzionali e i diversi Ministeri, per una più ampia azione politica di attenzione e di inclusione. Per evitare episodi come quello che ha coinvolto Tommaso e la sua famiglia è necessario innescare un percorso virtuoso di eliminazione delle barriere fisiche, tecnologiche, dell'informazione e della comunicazione, ma anche culturali”.
Infine, la Ministra ha riferito che insieme al Ministro del Turismo, che è particolarmente attento e sensibile al tema, ha istituito un tavolo tecnico per rivedere la prassi UNI/PdR131 proprio riguardo alle certificazioni e questo lo abbiamo fatto coinvolgendo le confederazioni che rappresentano le persone con disabilità Fand e Fish, e che il Parlamento si sta muovendo per la presentazione di proposte adeguate alla piena fruibilità dei luoghi di vacanza e degli spazi ricettivi per tutti.
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