Dopo anni di discriminazioni e barriere, attivisti e associazioni chiedono una normativa che tuteli il pubblico e i professionisti con disabilità
Dalla platea al palco, l’accesso allo spettacolo dal vivo continua a essere, per molte persone con disabilità, un percorso a ostacoli. Biglietti non disponibili o difficili da acquistare, aree segregate, visibilità compromessa, call e percorsi professionali inaccessibili, compensi che mettono a rischio i sostegni assistenziali: sono solo alcune delle difficoltà denunciate in decine di articoli e segnalazioni raccolte negli ultimi anni da attivisti, artistə e spettatori.
Ieri, 3 luglio, per dare voce a queste istanze, si è tenuta al Senato la conferenza stampa “Una Legge Live For All”, promossa dal Sen. Ivan Scalfarotto in collaborazione con il Comitato per i concerti accessibili e Al.Di.Qua.Artists (Alternative Disability Quality Artists), associazione di categoria composta da artistə e lavoratorə dello spettacolo con disabilità.
In rappresentanza del Comitato per i concerti accessibili e dell’associazione Al.Di.Qua.Artists erano presenti in Senato: Chiara Bersani, Valeria Carletti, Marina Cuollo, Federica D’Alessandro, Flavia Dalila D’Amico, Riccardo Di Lella, Marilena Lafornara, Haydée Longo, Alessandro Marziano, Giorgia Meneghesso, Lisa Noja, Simone Riflesso, Sofia Righetti, Arianna Talamona, Valentina Tomirotti, Serena Tummino.
UNA LEGGE PER SUPERARE LE DISUGUAGLIANZE E RENDERE LA CULTURA DAVVERO PER TUTTI
L’incontro ha rappresentato un nuovo punto fermo per la campagna “Live For All”, lanciata nel 2024 con un manifesto programmatico e una raccolta firme su Change.org, che ha superato le 30mila sottoscrizioni. Le proposte si concentrano sulla necessità di norme vincolanti per garantire pari accesso e piena cittadinanza culturale alle persone con disabilità, sia nel ruolo di spettatori che come professionisti del settore.
Nel mirino delle associazioni, l’interruzione dell’esame della proposta di legge n. 1536, attualmente ferma in Commissione Cultura alla Camera. Gli attivisti chiedono che venga ripresa e modificata con gli emendamenti già presentati, coerenti con i contenuti del Manifesto Live For All, e che il Governo assuma impegni concreti e vincolanti per il riconoscimento pieno della professionalità delle persone con disabilità nello spettacolo dal vivo.
DIECI PUNTI PER UN SISTEMA DELLO SPETTACOLO ACCESSIBILE E INCLUSIVO
I promotori hanno presentato un elenco di dieci obiettivi concreti, articolati in due ambiti fondamentali: l’accesso per il pubblico e le condizioni lavorative per artistə e professionistə.
Per il pubblico con disabilità:
- prenotazione e acquisto dei biglietti in condizioni di parità, attraverso procedure chiare, accessibili, trasparenti e non modificabili a discrezione dell’organizzatore;
- comunicazione pubblica e obbligatoria del numero massimo di posti accessibili, definito secondo criteri univoci, predeterminati e verificabili;
- visibilità e fruibilità piene per ogni spettatore, a prescindere dal tipo di disabilità (fisica, sensoriale o cognitiva);
- abolizione delle “aree dedicate”, separate e discriminatorie, per consentire la partecipazione insieme al proprio gruppo di amici;
- applicazione dei principi della progettazione universale in tutte le strutture nuove o oggetto di ristrutturazione.
Per lavoratrici e lavoratori con disabilità:
- istituzione di un fondo dedicato per coprire i costi di accessibilità nelle fasi di produzione e tournée;
- accessibilità delle Open Call di settore, spesso oggi inaccessibili per modalità e strumenti;
- accessibilità dei programmi di formazione e preparazione degli insegnanti a pratiche inclusive, per promuovere una cultura antidiscriminatoria fin dall’inizio dei percorsi artistici;
- rivalutazione delle soglie di reddito che, superate anche temporaneamente, fanno decadere dal diritto a sostegni assistenziali, penalizzando la natura intermittente del lavoro artistico;
- eliminazione delle barriere fisiche, sensoriali, cognitive e culturali in tutti gli ambiti dello spettacolo: dalla formazione alla produzione, fino alla distribuzione.
“NON È PIÙ TOLLERABILE. NOI NON ABBIAMO PIÙ TEMPO”
“Non chiediamo favori – hanno dichiarato le attiviste presenti – chiediamo equità, uguaglianza e il rispetto dei diritti fondamentali. La cultura è un diritto umano e non può essere riservata solo a chi può permettersi di accedervi senza ostacoli”.
Un messaggio condiviso anche da Matteo Cadeddu, direttore di Change.org Italia, che ha ricordato come la petizione Live For All sia una delle più partecipate dell’anno in tema di accessibilità: “Non è più accettabile che nel 2025 concerti e grandi eventi siano ancora inaccessibili per una parte del pubblico”.
UN FRONTE UNITO A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA
L’iniziativa ha raccolto il sostegno di numerose realtà associative e del mondo dello spettacolo, tra cui Osservatorio Malattie Rare, AISM, FISH, UILDM, Famiglie SMA, CoorDown, Associazione Luca Coscioni, Fondazione Diversity, Informare un H e molte altre.
Significative anche le testimonianze del Movimento Antiabilista, con Marta Migliosi che ha rivendicato il diritto a “non accontentarsi più di un’accessibilità parziale”, e della FISH, con Michele Adamo che ha ribadito: “Concerti, teatri, eventi sportivi non devono essere esperienze riservate a pochi. Troppe barriere ancora lo impediscono”.
A chiudere la giornata, l’intervento del Senatore Scalfarotto, che ha rinnovato il proprio impegno in Parlamento, sottolineando come l’articolo 3 della Costituzione, che impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli alla piena partecipazione di ogni cittadino alla vita del Paese, debba essere preso sul serio anche in ambito culturale.
La campagna ha ricevuto il supporto anche di artisti come Francesca Michelin, Ficarra e Picone – che hanno rilanciato il Manifesto sui social – e le Karma B, presenti all’evento.
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