C’è necessità di accesso ai farmaci biologici. L’AIFA risponde: “mancano i dati clinici”

L’artrite reumatoide colpisce in Italia almeno 400.000 persone. Questa patologia, insieme alle altre malattie reumatiche, costituisce una delle più frequenti cause di invalidità ed è spesso diagnosticata con grande ritardo o trattata unicamente con antidolorifici. Le malattie reumatiche sono state al centro dell’evento “Alleati contro le malattie reumatiche”, promosso dall’associazione APMAR (Associazione Persone con Malattie Reumatiche )svoltosi il 26 settembre scorso a Roma.

L’incontro ha visto la partecipazione congiunta di pazienti e reumatologi, uniti per denunciare la mancanza di centri specializzati per la cura e le terapie fisiatriche, la necessità di un approccio tempestivo e la carenza di farmaci appropriati. Erano presenti anche alcuni rappresentanti del Ministero della salute e dell’Aifa, che hanno fornito alcune risposte alle richieste di medici e pazienti.

“Combattere l’artrite reumatoide è una corsa contro il tempo, piena di ostacoli – spiega Antonella Celano, Presidente APMAR Associazione Persone con Malattie Reumatiche - Spesso i primi sintomi della malattia  sono considerati dei banali dolori reumatici trattati dal medico di base con antidolorifici. Oggi sappiamo che per arrestare o rallentare la progressione dell’artrite reumatoide abbiamo una finestra di tre mesi dall’insorgenza dei primi sintomi, per intervenire con i farmaci più appropriati. Un approccio tempestivo e appropriato può cambiare il destino e la qualità di vita delle persone colpite da artrite reumatoide. Quello che chiediamo alle Istituzioni è di rimuovere i tanti intoppi burocratici che costellano il già accidentato percorso delle persone colpite da questa e altre malattie reumatiche per accedere alle cure”.

“Vivere con una malattia reumatica gravemente invalidante, come ad esempio l’artrite reumatoide, vuol dire affrontare ogni giorno difficoltà che derivano anche dal mondo esterno, e che a loro volta hanno un serio impatto sulla qualità di vita della persona. E’ nostro dovere, come amministratori, adoperarci ad ogni livello per cercare di eliminare le barriere anziché alzarle. Mi sono sempre impegnato a fianco delle associazioni che difendono gli interessi delle persone con malattie croniche e continuerò a farlo”, ha detto il senatore Antonio Tomassini, Presidente Commissione Igiene e Sanità.

“L’AIFA – ha poi detto Simona Montilla, Dirigente farmacista del Centro Studi AIFA - sta completando un processo di sistematizzazione dei Registri per i farmaci biologici impiegati in Reumatologia e in Dermatologia. Una delle carenze d’informazione che abbiamo, infatti, oggi circa i numerosi biologici attualmente disponibili è dovuta anche al fatto che questi farmaci nei trial clinici non sono stati testati tra di loro, ma sempre verso un comparatore comune – il metotressato. Mancando gli studi testa a testa tra le diverse alternative, vengono di conseguenza a mancare informazioni comparative dirette circa i profili di efficacia e di sicurezza dell’uno rispetto all’altro e le sequenze ottimali da impiegare. Si aggiunga, inoltre, che se nelle valutazioni di costo-beneficio il modeling è stato, ed è, il principale strumento di valutazione di queste terapie, la revisione di questi Registri consentirà di utilizzare i dati di real world per produrre analisi di costo-efficacia che riflettano le caratteristiche della nostra realtà clinica".

"La finalità dei Registri dei Farmaci Reumatologici - conclude Montilla - è quindi quella di raccogliere più informazioni per indirizzare un appropriato e tempestivo utilizzo dei farmaci e per garantire il raggiungimento del principale beneficio nelle patologie reumatologiche, e nell’artrite reumatoide in particolare, ossia il rallentamento della progressione, in attesa che dalla ricerca scientifica giungano nuove possibilità di cura, più efficaci e mirate, anche tramite biomarker che permettano la selezione dei pazienti per i quali la terapia è più efficace e sicura, nell’ottica di centralità del ruolo del paziente nell’individualizzazione e nella scelta della terapia”.

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