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Carlotta è una bimba di otto mesi nata con una rara malformazione chiamata 'polmone esofageo', che le impedisce di respirare bene. La sua patologia è così rara che gli esperti mondiali non hanno ancora una strategia condivisa per poterla curare in modo efficace. Ed è questo a rendere un vero e proprio primato l'intervento chirurgico che si è svolto alla Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano, dove la neonata è stata curata con un intervento unico al mondo “inventato” proprio per lei.
La bimba, nata a seguito di una gravidanza normale, già poche ore dopo il parto ha iniziato ad avere problemi a respirare ed è stata trasferita con urgenza alla Terapia intensiva neonatale del Policlinico.

Dopo una serie di approfondimenti, i medici si sono trovati davanti a qualcosa di molto raro: la bimba non aveva il bronco di destra che collega il polmone alla trachea ma un collegamento anomalo che univa il polmone direttamente all'esofago.

Questa rara malattia provoca una serie di complicazioni: la piccola non poteva alimentarsi, perché il latte rischiava di finire nel polmone malato; questo, a sua volta, portava anche al rischio che si scatenassero delle infezioni, che potevano peggiorare ulteriormente una situazione già delicata.

A prendere in mano la situazione sono stati Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia intensiva neonatale, ed Ernesto Leva, responsabile della Chirurgia neonatale e direttore della Chirurgia pediatrica che hanno immediatamente contattato anche i massimi esperti mondiali di chirurgia pediatrica, che hanno confermato l'eccezionalità del caso e l’assenza di una strategia terapeutica condivisa e univoca.

A questo punto, i medici del Policlinico decidono che il primo passo è quello di interrompere subito la comunicazione tra esofago e polmone, sia per consentire alla piccola di alimentarsi, sia per ridurre il più possibile il rischio di infezioni. Il passo successivo sarebbe dovuto essere l'asportazione del polmone malato, ma l'intervento è rischioso perché Carlotta, quando subisce il primo intervento, ha soltanto un mese di vita. Per guadagnare del tempo preziosissimo, nell'attesa che la neonata cresca abbastanza per subire l'intervento definitivo, i chirurghi decidono di usare delle 'clip chirurgiche metalliche' per richiudere il collegamento tra l'esofago e il polmone malato.

Purtroppo quando Carlotta ha cinque mesi le cose peggiorano, il polmone malato si infetta e i chirurghi decidono di sottoporre la bimba all'asportazione del polmone. Lo straordinario intervento, eseguito nei giorni scorsi, è andato bene e nonostante un decorso post-operatorio lungo la piccola può tornare a casa con i suoi genitori e iniziare finalmente una vita il più possibile normale.

"Carlotta è in buone condizioni - spiega Fabio Mosca - mangia come un lupetto e ha bisogno al momento solo di un modesto apporto di ossigeno. E’ una bellissima e allegra bimba, ci mancherà molto come ci mancheranno i suoi genitori che sono stati esemplari nel seguirla e nel rapportarsi con fiducia a tutto lo staff".

La squadra che ha reso possibile questo intervento record è composta da neonatologi, chirurghi pediatri e neonatali, anestesisti e cardiologi, così come dal personale infermieristico: "Tutti hanno lavorato in squadra, anche con esperti che normalmente lavorano con l'adulto, come i chirurghi toracici con esperienza di trapianto polmonare coordinati da Luigi Santambrogio, i radiologi e gli ematologi, raggiungendo un risultato eccezionale".

Data l’estrema rarità di questa malformazione, "un approccio multidisciplinare che si giova delle competenze di numerosi specialisti - conclude Ernesto Leva - è probabilmente la chiave di questo risultato straordinario. La presenza nel nostro Policlinico di un Ospedale Pediatrico all’interno di un Ospedale generale di fama mondiale, costituisce un nuovo modello assistenziale per il bambino, in cui la stretta collaborazione sia scientifica che tecnologica con gli specialisti dell'adulto può costituire un importante valore aggiunto, per fornire le migliori cure nell'età pediatrica".